Stai leggendo - All'ombra del monolite - il blog di Francesco Russo
In missione contro le distrazioni per proteggere aziende e persone dagli effetti negativi dell'economia dell'attenzione
Pagina pubblicata in data
27 febbraio 2015
Aggiornata il 26 febbraio 2023
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose
La notizia della scomparsa di Leonard Nimoy mi ha raggiunto mentre stavo lavorando all'aggiornamento settimanale di questo blog. La notizia mi ha colpito in modo così forte che ho deciso di mettere da parte per un momento il marketing e scrivere un articolo dedicato ad un personaggio, e all'uomo che lo ha incarnato, che ha segnato un po' tutta la mia vita.
Consapevole che la pubblicazione di un articolo sulla scomparsa di Leonard Nimoy ovviamente è una questione delicata (qualcuno potrebbe pensare infatti che si tratta di un tentativo di sfruttare una notizia che sta rimbalzando sui network di tutto il mondo), ho comunque deciso di pubblicare questo mio personale addio.
In queste ore, non si contano i saluti a Leonard Nimoy, sugli organi di stampa, sui social network, e così via... lo stesso Barack Obama attraverso Twitter ha voluto salutare in modo informale Mr. Spock.
Chi mi conosce sa che fin da bambino sono stato un "trekker" (un fan di Star Trek). Da allora e fino ad oggi, ho continuato a seguire e a far parte del mondo di Star Trek nonostante i capelli bianchi qua e la hanno iniziato a spuntare.
Anagraficamente parlando appartengo a quella che è definita "Next Generation", cioè faccio parte di coloro che negli anni Ottanta sono cresciuti con i cartoni animati dei Transformers, dei Cavalieri dello Zodiaco e con le puntate della "nuova" serie TV di Star Trek. Era il lontano 1987 quando la seconda generazione di esploratori dello spazio rinverdiva il mito dell'astronave Enterprise attraverso la serie TV "Star Trek: The Next Generation".
Il Capitano Jean-Luc Picard (interpretato da Patrick Stewart) assieme al suo equipaggio ricominciava un po' là dove l'equipaggio del capitano Kirk (interpretato da William Shatner) aveva lasciato vent'anni prima.
All'epoca avevo 7/8 anni e solo con l'età adulta ho iniziato ad apprezzare il profondo messaggio contenuto non solo in "Star Trek: The Next Generation" ma anche in "Star Trek: Deep Space Nine", "Star Trek: Voyager", "Enterprise", e soprattutto in quella che oggi è conosciuta come la "Serie Classica".
Il mio personale modo di salutare Leonard Nimoy è quindi ricordare perché Star Trek non è solo una serie televisiva di fantascienza, ma anche e soprattutto un fenomeno culturale a livello planetario da ben 49 anni. Infatti l'anno prossimo, a settembre, si festeggeranno i 50 anni dalla messa in onda della puntata pilota di Star Trek "Lo zoo di Talos", che vedeva il Capitano Pike (interpretato da Jeffrey Hunter) affiancato da Mr Spock alla scoperta del pianeta Talos.
Star Trek è prima di tutto sinonimo di un sogno, il sogno di Gene Roddemberry, un uomo che credeva nell'uomo, e nella sua capacità di superare i propri limiti, di superare le divisioni e di creare un mondo pacificato ed unito sotto un unica bandiera, quella della pace e della prosperità.
Personalmente ho sempre visto il sogno di Rodemberry rappresentato nella famosa foto scattata al cast della serie classica davanti allo Shuttle Enterprise, il giorno del suo lancio di prova. Per la prima volta una navetta spaziale provava un volo sub orbitale intorno al pianeta. La NASA intitolò lo shuttle "Enterprise" proprio in onore della serie televisiva di Star Trek. Era il 17 settembre del 1976... la fantascienza e la realtà del progresso scientifico da allora non sarebbero state più così lontane.
Il sogno di Roddenberry è tutt'ora attuale, visto che le cronache dei quotidiani sono piene di articoli che parlano di conflitti, di guerre combattute a poche centinaia di kilometri dall'Italia. Guerre dove si uccide per motivi che sfuggono alla ragione umana ed al comune buon senso.
Nel 1966 Gene Roddemberry, in piena guerra fredda, a soli vent'anni dal termine della seconda guerra mondiale, con la guerra del Viet Nam in corso, con le leggi razziali che facevano parte della vita di tutti i giorni (sono gli anni di Martin Luther King Jr), sogna che l'uomo nonostante tutto ce la può fare.
Sogna un mondo dove gli esseri umani vivono non per arricchirsi, ma dove ognuno contribuisce a mantenere la pace e a far crescere la prosperità di ogni individuo (inclusi gli alieni).
Gli alieni infatti di Star Trek rappresentano "gli altri", sono una metafora delle altre Nazioni. Un punto preciso della filosofia di Star Trek infatti è mettere in evidenza come gli altri siano molto più simili a noi di quanto pensiamo.
Star Trek è a tutti gli effetti una grande utopia moderna, dove il fan si rifugia sognando che un giorno non saranno più il potere ed il denaro ad essere l'aspirazione dell'uomo, ma bensì il miglioramento personale e dell'umanità.
Star Trek è a tutti gli effetti una grande utopia moderna.
L'impersonificazione di questo sogno è l'amicizia tra il Capitano Kirk, Mr Spock e dal Dottor McCoy. La cui immagine che credo meglio rappresenta l'improbabile amicizia tra questi personaggi è quella di loro tre attorno ad un falò a "campeggiare" in un bosco. Sequenza di apertura del quinto film cinematrografico della saga di Star Trek.
Un sogno rappresentato da un equipaggio composto da 7 personaggi, che riassumono e rappresentano a pieno titolo il melting pot del mondo di allora e di oggi. Un equipaggio che ci ricorda che si possono superare i propri limiti, le proprie convizioni, se in palio c'è un bene superiore come la pace.
Chiudo questo lungo articolo con altri due video. Il primo è tratto da due film della saga cinematografica di Star Trek, la morte ed il funerale di Mr Spock. Il secondo, di cui hai sentito la musica aprendo questo articolo, è un video tributo editato per il 40° anniversario della serie di Star Trek.
Il video ha come colonna sonora il brano "La luce interiore" (The Inner Light), un brano che tutti i fan della serie conoscono molto bene ed amano.
Anche se Mr. Spock è un personaggio di fantasia, il suo insegnamento è reale e forte.
Grazie Mr. Spock, grazie per aver contribuito a far sognare milioni di persone in tutto il mondo. Per aver contribuito a far credere ad intere generazioni che un giorno la Terra potrà divenire un luogo di pace e prosperità, un vero e proprio Eden... dove ogni uomo un giorno avrà diritto ad una vita lunga e prospera.
Non smetteremo mai di credere che i nostri sogni un giorno potranno realizzarsi e farò tesoro di ciò che hai condiviso con noi con il tuo ultimo tweet: "La vita è come un giardino. I momenti perfetti si possono avere ma non mantenere, se non nella memoria".
La vita è come un giardino. I momenti perfetti si possono avere ma non mantenere, se non nella memoria.
Lunga vita e prosperità Mr Spock! E Buon Viaggio tra le stelle...
Gli uomini, le donne e gli alieni del sogno di Gene Roddemberry
Capitano Kirk (William Shatner)
Tipico esempio dell'uomo occidentale e dell'immagine dell'eroe americano.
Dottor McCoy (DeForest Kelley)
Un medico anticonformista, pronto sempre a mettere in discussione l'autorità, e disposto a tutto pur di non rinunciare ai propri principi.
Mr Spock (Leonard Nimoy)
È un vulcaniano, un alieno, che rappresenta la razionalità, la superiorità dell'intelletto sulle emozioni, a contraltare del personaggio del capitano Kirk, istintivo emotivo ed al di fuori delle regole.
Scotty (James Doohan)
Montgomery Scott noto come Scotty è l'ingegnere responsabile della sala macchine dell'Enterprise. Il personaggio originale era caratterizzato da un forte accento scozzese. Nell’immaginario collettivo americano, infatti, gli scozzesi sono visti come persone solitarie, silenziose, e contadine. Scotty è tutto il contrario.
Sulu (George Takei)
Un giapponese che fino a vent'anni prima era un "giap" da combattere e annientare.
Cechov (Walter Koenig)
Un giovane russo che non macanca mai di attribuire l'invenzione di ogni cosa alla Madre Russia (la guerra fredda era in pieno corso).
Uhura (Nichelle Nichols)
Una bellissima ed avvenente donna di colore, passata alla storia per la sua divisa dotata di una mini gonna che metteva in risalto le sue bellissime gambe (per l'epoca quasi uno scandalo e soprattuto era inconcepibile che una persona di colore potesse essere un ufficiale, per di più donna).
Dott. Francesco Russo
BREVE PROFILO DI FRANCESCO RUSSO
Francesco Russo, consulente di marketing e consulente esperto in economia dell'attenzione e distrazione. Ha iniziato ad occuparsi di comunicazione nel 1999. Quell'anno si appassiona al mondo del web e della comunicazione preparando una tesina per l'esame di maturità.
Il 1° febbraio 2010 fonda BrioWeb, agenzia di marketing e comunicazione operante in tutta Italia e all'estero con base a Venezia.
In occasione del decennale di BrioWeb fonda la rivista di marketing "Eclettica Magazine" (100% gratuita) e da vita ad una collana di e-book di marketing anch'essa completamente gratuita.
Nel corso della sua lunga carriera è sempre stato ispirato dal concetto del "tutto è connesso", sviluppando un approccio al marketing "olistico", che lo ha portato a divenire autore di articoli, libri, relatore ufficiale di SMAU, dell'Hospitality Day, e di molte altre manifestazioni di livello nazionale ed internazionale.
Nel 2006, dopo un ciclo di incontri dedicato al cyberbullismo che lo ha portato a visitare una serie di scuole medie superiori venete, ha iniziato ad interessarsi al fenomeno dell'economia dell'attenzione e di conseguenza dell'economia della distrazione.
Oggi è considerato un esperto di stress, ansia, esaurimento cognitivo, insonnia, workhaolism, burnout, information overload, infodemia, nomofobia, multitasking, fake news, sharenting, smombies e phubbing, che lo portano ad erogare consulenze e corsi nelle aziende di tutta Italia.
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Francesco Russo
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