Stai leggendo - All'ombra del monolite - il blog di Francesco Russo
In missione contro le distrazioni per proteggere aziende e persone dagli effetti negativi dell'economia dell'attenzione
Pagina pubblicata in data
4 luglio 2017
Aggiornata il 30 dicembre 2022
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose
Come si può rimanere forti davanti agli insuccessi, agli ostacoli, quando si è a capo di un'azienda e/o di un gruppo? La risposta sta nella capacità di un leader e dei suoi collaboratori di coltivare la propria resilienza.
In un mondo lavorativo che si muove sempre più velocemente, non è un caso che si parli sempre più spesso di resilienza (vedi anche l'articolo "Resilienza: ricaricare non resistere"). Infatti sta diventando sempre di più una caratteristica che contraddistingue il lavoratore contemporaneo.
I fallimenti, sia quelli di un'azienda sia quelli di una persona, possono essere una forte spinta all'innovazione (vedi l'articolo "Marketing: Il teorema del Jobs to Be Done") e di conseguenza una potente leva per accelerare il raggiungimento di un successo.
Allo stesso tempo il fallimento può comportare ansie, preoccupazioni eccessive, paure irrazionali e pensieri ossessivi. Come mantenere la calma ed impedire l'insorgere di queste emozioni? Come mantenere una mente lucida e calma nelle situazioni di stress, di difficoltà?
L'approccio più diffuso in queste situazioni è quello di fingere. Si affrontano le situazioni di difficoltà, di stress, indossando una maschera che ci permette di mostrare come il problema sia superabile. Purtroppo questo approccio si rivela inefficace nella gran parte dei casi. Le persone con cui ci relazioniamo tendono a conoscerci meglio di quanto pensiamo e fanno presto a capire che stiamo fingendo.
Quando le persone attorno a noi comprendono che stiamo fingendo rischiamo di sminuire la fiducia nei nostri confronti.
Una via alternativa alla finzione ovviamente esiste. Una via che inizialmente è più difficile da perseguire, ma che nel medio e lungo termine si rivelerà di gran lunga la migliore. Per capire questo approccio è sufficiente ricordare una leggenda sufi sulla fortuna e sulla sfortuna (che puoi leggere a fondo pagina), la cui sintesi è nel seguente concetto: "come possiamo sapere se ciò che ci accade è una fortuna od una sfortuna?".
Ogni volta che viviamo una situazione di difficoltà, dobbiamo fermarci a riflettere su ciò che sta accadendo con la maggiore serenità e calma possibile. Nella vita di ognuno di noi è sicuramente successo qualcosa di negativo che poi si è rivelato una fortuna. Come è sicuramente successo che un colpo di fortuna si è rivelato una vera e propria sfortuna.
Per accrescere la nostra resilienza nei confronti delle situazioni di stress diventa quindi fondamentale riuscire a guardare da una prospettiva differente. Dobbiamo riuscire a capire se da una situazione negativa potrà nascerne una positiva. Anche se immediatamente non riusciamo a vedere delle possibili implicazioni positive a quello che stiamo vivendo, è importante accettare che i fallimenti fanno parte del percorso di ognuno di noi, di ogni azienda.
Le parole di un grande leader, come Nelson Mandela, sono una guida preziosa nella comprensione dell'importanza dei fallimenti: "Non giudicatemi per i miei successi, ma per tutte quelle volte che sono caduto e sono riuscito a rialzarmi."
Davanti ad una situazione negativa dobbiamo sempre domandarci se questa potrà comportare nel tempo qualcosa di positivo. Se individuiamo un possibile scenario positivo in una situazione negativa, allora dovremo impegnarci con tutte le nostre forze perché diventi realtà.
La resilienza è sicuramente una capacità importante da coltivare, ma non si tratta di coltivare un concetto di durezza, anzi tutto il contrario. Coltivare la resilienza significa coltivare un approccio morbido, capace di farci scivolare addosso i problemi, impedendoci di caricarli sulle nostre spalle.
Tanti anni fa, in un villaggio lontano, viveva un contadino insieme al suo unico figlio. A parte la terra e la piccola casa colonica in cui viveva, possedeva solo un cavallo ereditato da suo padre. Un giorno il cavallo fuggì dalla stalla e così l'uomo si ritrovò senza l'animale che lo aiutava a lavorare la terra.
I vicini, che nutrivano per lui stima ed affetto, andarono a fargli visita per dirgli quanto fossero dispiaciuti per l'accaduto. Il contadino li ringraziò per la loro solidarietà, ma domandò loro: "Come fate a sapere se ciò che mi è accaduto è davvero una disgrazia per me?"
A quelle parole, i vicini commentarono a bassa voce tra loro: "Poverino, non riesce ad accettare la realtà...". Ma, per non ferirlo, finsero di essere d'accordo con lui e andarono via.
Dopo alcuni giorni, il cavallo fece ritorno alla stalla insieme ad una bella giumenta. Appena appresero la notizia, gli abitanti del villaggio – contenti perché solo ora capivano il senso della domanda che l’uomo aveva loro posto – tornarono a far visita al contadino e si congratularono con lui per la sua buona sorte.
"Prima avevi un solo cavallo, e invece ora ne hai due. Felicitazioni!", dissero. Il contadino anche questa volta li ringraziò per la loro solidarietà, ma poi domandò loro: "Come fate a sapere che l’accaduto è una benedizione per me?" I vicini pensarono che il contadino stesse impazzendo e andarono via mormorando: "Possibile che quest’uomo non comprenda che Dio gli ha inviato un dono?"
Dopo qualche tempo il figlio del contadino decise di addomesticare la giumenta. Ma l’animale saltò in modo imprevisto ed il ragazzo, cadendo in malo modo, si ruppe una gamba. I vicini allora tornarono a fare visita al contadino, portando doni per il giovane ferito, e si dissero tutti molto dispiaciuti per l’accaduto.
L’uomo ringraziò per la visita e l’affetto di tutti. Ma domandò: "Come potete sapere se l’accaduto è una disgrazia per me?"
Questa frase lasciò tutti stupefatti, perché nessuno di loro avrebbe messo in dubbio che un incidente del genere ad un figlio fosse una disgrazia. Lasciarono quindi la casa del contadino commentando tra loro: "è proprio impazzito, poverino. Il figlio rischia di rimanere zoppo per sempre e lui mette in dubbio che sia una disgrazia..."
Di lì a poco scoppiò la guerra e tutti i giovani del villaggio furono reclutati, ad eccezione del figlio del contadino che aveva la gamba rotta.
Nessuno dei ragazzi tornò vivo.Il figlio del contadino un po' alla volta guarì, i due cavalli fecero puledri che furono venduti dando una buona resa in denaro.
Il contadino andò in visita dai suoi vicini per consolarli ed aiutarli, con la stessa solidarietà che aveva ricevuto da loro in ogni situazione.
Se qualcuno di loro si disperava, il contadino gli domandava: "Come puoi sapere se questa è una disgrazia?"
Se qualcuno si rallegrava troppo, gli diceva: "Come fai a sapere se questa è una benedizione?"
Così gli uomini di quel villaggio compresero che, dietro le apparenze, la vita può racchiudere altri significati.
Dott. Francesco Russo
BREVE PROFILO DI FRANCESCO RUSSO
Francesco Russo, consulente di marketing e consulente esperto in economia dell'attenzione e distrazione. Ha iniziato ad occuparsi di comunicazione nel 1999. Quell'anno si appassiona al mondo del web e della comunicazione preparando una tesina per l'esame di maturità.
Il 1° febbraio 2010 fonda BrioWeb, agenzia di marketing e comunicazione operante in tutta Italia e all'estero con base a Venezia.
In occasione del decennale di BrioWeb fonda la rivista di marketing "Eclettica Magazine" (100% gratuita) e da vita ad una collana di e-book di marketing anch'essa completamente gratuita.
Nel corso della sua lunga carriera è sempre stato ispirato dal concetto del "tutto è connesso", sviluppando un approccio al marketing "olistico", che lo ha portato a divenire autore di articoli, libri, relatore ufficiale di SMAU, dell'Hospitality Day, e di molte altre manifestazioni di livello nazionale ed internazionale.
Nel 2006, dopo un ciclo di incontri dedicato al cyberbullismo che lo ha portato a visitare una serie di scuole medie superiori venete, ha iniziato ad interessarsi al fenomeno dell'economia dell'attenzione e di conseguenza dell'economia della distrazione.
Oggi è considerato un esperto di stress, ansia, esaurimento cognitivo, insonnia, workhaolism, burnout, information overload, infodemia, nomofobia, multitasking, fake news, sharenting, smombies e phubbing, che lo portano ad erogare consulenze e corsi nelle aziende di tutta Italia.
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Francesco Russo
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