Sono tutti perfetti

Pagina pubblicata in data 18 settembre 2018
Aggiornata il 29 giugno 2023
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose

Accettare l'idea che possiamo tendere alla perfezione senza mai raggiungerla è fondamentale per raggiungere il successo nella vita lavorativa e personale.

Questa visione della "perfezione" è racchiusa nella filosofia espressa dalla parola giapponese "kintsukuroi" e dal concetto di "sezione aurea".

L'anno scorso mi sono dedicato al tema della perfezione nell'articolo "Perfezione o eccellenza?". Con quell'articolo ho cercato di rispondere alla domanda se la perfezione è davvero la strada per il successo, focalizzando l'attenzione sul tema dell'eccellenza, che non significa cercare a tutti i costi il conseguimento della perfezione.

In questo articolo, invece, voglio affrontare un altro aspetto del tema della perfezione. Aspetto che credo si possa sintetizzare perfettamente con la seguente frase:

L'atteggiamento descritto dalla frase precedente è fondamentale non solo per un consulente di marketing, ma per ognuno di noi, sia nella vita privata che in quella lavorativa.

Il nostro impegno quotidiano ci permette di crescere costantemente, di migliorare, ma dobbiamo anche accettare che per quante energie e sforzi possiamo mettere nel nostro lavoro, non potremmo mai raggiungere la perfezione. Dovremmo imparare a guardare ai compiti che svolgiamo con l'atteggiamento espresso dalla parola giappone "kintsukuroi".

Kintsukuroi

La parola "kintsukuroi" identifica un particolare approccio filosofico alla vita, che si può tradurre con la capacità di abbracciare ciò che è imperfetto. Nello specifico la parola descrive la tecnica per "riparare" un oggetto (generalmente in porcellana) che si è rotto con oro, argento o una lacca a base di oro e/o argento.

Nella nostra vita lavorativa è fondamentale imparare che dobbiamo migliorare ogni giorno, e per riuscire in questo è fondamentale prestare la massima consapevolezza ad ogni singolo gesto che compiamo. Prestare la massima attenzione a ciò che facciamo ci permette di perfezionarci.
Allo stesso tempo dobbiamo anche essere consapevoli che per quante energie possiamo mettere nel perfezionare ogni singolo gesto non riusciremo mai a raggiungere la perfezione. Dobbiamo, quindi, accettare la nostra natura imperfetta di "essere umani".
È proprio questa imperfezione che dona valore e rende preziosa la nostra vita.

Questo atteggiamento è perfettamente espresso nelle parole del personaggio Nathan Algren interpretato da Tom Cruisce nella pellicola "L'ultimo samurai". Mentre si trova "prigioniero" ha modo di osservare la quasi ossessiva ricerca della perfezione in ogni gesto quotidiano.

Apparentemente potrebbe sembrare che la cultura descritta in questo passaggio del film non accetti quanto ho affermato fino ad ora. Ma in un passaggio successivo il personaggio Katsumoto, interpretato dall'attore Ken Watanabe, spiega ad Algren che una vita intera è ben spesa se passata alla ricerca della perfezione.

Solo al termine del film, in una delle ultime scene, la chiave attorno alla quale ruota la storia è svelata: dare un senso alla vita.

Nel momento in cui Katsumoto muore, il suo sguardo cade sugli alberi di pesco in fiore, i cui petali sono portati via dal vento. Mentre esala l'ultimo respiro pronuncia le seguenti parole: "perfetti... sono tutti perfetti".
Con queste parole il personaggio sintetizza un concetto. Un'intera vita spesa alla ricerca della perfezione serve per comprendere che ciò che abbiamo davanti ai nostri occhi è già "perfetto". È l'accettazione del concetto del "kintsukuroi".

La sezione aurea

Se vogliamo ricercare un tema simile nella cultura occidentale lo possiamo identificare nel concetto di sezione aurea.
Nella cultura della grecia antica la sezione aurea esprimeva un particolare rapporto di proporzione perfetto, rappresentato generalmente da un rettangolo dalle particolari proporzioni. Da un punto di vista aritmetico la sezione aurea è espressa dal così detto numero aureo o costante di Fidia o proporzione divina.

Nonostante il rapporto aureo fosse considerato in antichità divino, è rappresentato da un numero irrazionale: il numero 1,6180339887... il rapporto che genera questo numero produce un numero che aggiunge decimali all'infinito.

Un inseguimento continuo verso la perfezione, che ci fa comprendere che possiamo avvicinarci alla perfezione senza mai toccarla.

In tutto questo risiede uno degli ingredienti fondamentali per dare non solo un senso alla vita, ma soprattutto, per viverla felicemente.

Dott. Francesco Russo