Stai leggendo - All'ombra del monolite - il blog di Francesco Russo

In missione contro le distrazioni per proteggere aziende e persone dagli effetti negativi dell'economia dell'attenzione

Trovare un significato nel lavoro

Francesco Russo, consulenze per gestire gli effetti negativi dell'economia dell'attenzione, workhaolism, burnout, information overload, nomofobia, multitasking, stress e infodemia, attraverso la metacognizione per il benessere digitale

Pagina pubblicata in data 16 marzo 2021
Aggiornata il 4 maggio 2022
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose

Da più di un anno la pandemia flagella l'intero pianeta. La crisi economica è sempre più forte e se in Italia le "proteste" sono ancora molto contenute, tutte le nazioni d'Europa oramai settimanalmente vedono proteste (anche accese) da parte dei propri cittadini.

Nel nostro Paese la disoccupazione è in costante crescita. Molte persone, che hanno per il momento mantenuto il proprio lavoro, vivono con la preoccupazione di perderlo.
In un momento come questo non è facile trovare l'ispirazione, l'ottimismo, le energie per affrontare ogni giorno il proprio lavoro.

In un momento come questo, per le aziende è di vitale importanza aiutare i propri collaboratori a percepire che il proprio lavoro ha uno scopo, un significato.

In questo momento storico infatti l'attività di marketing e comunicazione per essere efficace ha bisogno come non mai di essere supportata da un'organizzazione aziendale efficente e da un atteggiamento positivo da parte di tutti i dipendenti e collaboratori dell'azienda.

Come riuscire a perseguire questo obiettivo? Come è possibile stimolare i propri dipendenti a mantenere una atteggiamento positivo in un momento storico come questo?

È molto importante aiutare i propri collaboratori a ricordare i motivi per cui hanno scelto di svolgere il proprio lavoro. Devono ricordare quanto il proprio lavoro influisce sulla vita degli altri, sulla propria e sull'azienda stessa.

Non è necessario trovare la cura a malattie rare o salvare specie in via di estinzione perché il proprio lavoro abbia un significato. È altrettanto vero che ognuno di noi ha bisogno di sentire che il prorio lavoro fa la differenza per altre persone e che contribuisce ad un bene più grande.
Diventa quindi importante riuscire a trovare il giusto equilibrio tra la necessità di sentirsi "importanti, utili, necessari" senza dover obbligatoriamente sentire di dover "salvare il mondo".

In un momento storico come questo è chiaro che è molto più difficile trovare un significato nel proprio lavoro quotidiano. Una ricerca che può diventare una vera e propria sfida in certi contesti.

Come è possibile infatti non farsi "contagiare" dalla negatività? Come è possibile usare le proprie capacità, la propria esperienza ed i propri valori per riaccendere la passione?

Hatice Necla Keleş del Dipartimento di Gestione Organizzativa all'Università Bahçeşehir di Istanbul afferma che "Niente ti dà più energia di uno scopo chiaro". Senza uno scopo chiaro "anche solo alzarsi dal letto ogni mattina diventa una sfida".
È essenziale ricordare a se stessi ed ai propri collaboratori "chi si è e perché si fa quello che si fa".

Come scrivono Karen Dillon con Clayton Christensen e James Allworth nel loro libro: "How Will You Measure Your Life" "ci sono molti modi diversi per trovare uno scopo". Qui di seguito riporto alcuni consigli tratti dalla loro opera.

Il primo passo è individuare le radici delle ragioni che ci impediscono di percepire che quello che facciamo ha uno scopo, un significato, e che quindi ci inducono in uno stato psicologico negativo.

Molto spesso uno dei principali colpevoli di una visione negativa della vita è lo stress. Stress le cui cause sono molteplici (puoi leggere a riguardo gli articoli "Stop multitasking" e "Il sovraccarico cognitivo").

In una tipica giornata di lavoro, si sopportano centinaia di "micro-stress". Un collega che dissente frettolosamente in una riunione, o un collega che rimane indietro su una scadenza e che influenza la produttività degli altri, improvvise interruzioni e così via.

Generalmente questi "micro-eventi" sono gestibile grazie alle numerose "opportunità" che abbiamo nella nostra quotidianità. Una serata con gli amici, una partita a calcio, una seduta di allenamento in palestra.
Purtroppo la pandemia ha eliminato la gran parte di questi "sbocchi", di questi sfoghi. Mettendo sotto pressione, sotto stress, anche quelle persone che normalmente non ne hanno mai sofferto.

Se però i micro-stress consumano energie, micro-momenti di piacere possono compensare e permettere il riequilibrio delle nostre energie. Dobbiamo adottare delle abitudini capaci di alimentare le nostre energie positive (su questo argomento puoi scaricare l'e-book gratuito "Abitudini da eroe - Come essere fantastici ogni giorno al lavoro e nella vita").

Leggere ad esempio biografie di persone che nonostante le difficoltà sono riuscite a raggiungere i propri obiettivi. Sfogliare un libro d'arte o visitare i siti web dei musei (che proprio in conseguenza della pandemia hanno iniziato a mettere a disposizione le proprie opere in alta definizione sulla rete). Sono solo alcune delle cose che possiamo fare per mantenere la nostra mente settata su una visione positiva della vita.

Visitare i siti web di iniziative come il RIJKS Studio del RIJK Museum di Amsterdam o l'iniziativa "A cena con Leonardo" del Museo del cenacolo vinciano, possono offrirci una pausa dalla negatività e ricaricarci di energie positive.

Come ho scritto nell'articolo "La mente negativa" è importante "limitare" l'esposizione alle "notizie" negative e aumentare l'esposizione a tutto ciò che ci può trasmettere positività. La "negatività infatti riesce a colpire molto facilmente la nostra mente e di conseguenza il nostro benessere fisico e psicologico, esaurendo le nostre forze e sottraendoci la "gioia" di vivere.

Trovare un significato nel proprio lavoro richiede di pensare a come si vive la propria vita, a come si impiega il proprio tempo e come si usano le proprie capacità.

Cosa mi spinge? Quali sono i miei valori? Cosa sono bravo a fare? E quali contributi desidero dare? Concentrarsi su questi aspetti permette di focalizare nuovi progetti, nuovi obiettivi, che permettono di ritrovare le energie perdute.

Stimolare i propri collaboratori ad "offrire nuovi contributi all'azienda", mettendo in nuce le abilità, le passioni dei propri dipendenti. Al fine di far percepire loro che ricoprono un ruolo significativo in azienda.
L'obiettivo deve essere quello di stimolare nei propri callaboratori l'esigenza di apportare dei cambiamenti al ruolo svolto.

È in oltre importante non dimenticare mai quanto il concetto di "gruppo di lavoro" sia fondamentale soprattutto in questo momento di pandemia. Fare uno sforzo per stimolare le "connessioni" fra i colleghi è davvero importante, anche quando l'azienda ricorre al lavoro agile (smartworking).

In sintesi

  • Rifletti su come i tuoi punti di forza dei collaboratori potrebbero aiutare te e l'azienda ad affrontare le sfide imposte dal COVID19;
  • Cerca nuovi approcci che modellino il lavoro dei tuoi collaboratori al fine da far sentire loro un maggiore significato in quello che fanno;
  • Tenere le notizie negative lontane e compensare le stesse con notizie positive;
  • Non dimenticare che non si è soli e che il gruppo di lavoro offre forza ed energia;

Dott. Francesco Russo

BREVE PROFILO DI FRANCESCO RUSSO
Francesco Russo, consulente di marketing e consulente esperto in economia dell'attenzione e distrazione. Ha iniziato ad occuparsi di comunicazione nel 1999. Quell'anno si appassiona al mondo del web e della comunicazione preparando una tesina per l'esame di maturità.

Il 1° febbraio 2010 fonda BrioWeb, agenzia di marketing e comunicazione operante in tutta Italia e all'estero con base a Venezia.

In occasione del decennale di BrioWeb fonda la rivista di marketing "Eclettica Magazine" (100% gratuita) e da vita ad una collana di e-book di marketing anch'essa completamente gratuita.

Nel corso della sua lunga carriera è sempre stato ispirato dal concetto del "tutto è connesso", sviluppando un approccio al marketing "olistico", che lo ha portato a divenire autore di articoli, libri, relatore ufficiale di SMAU, dell'Hospitality Day, e di molte altre manifestazioni di livello nazionale ed internazionale.

Nel 2006, dopo un ciclo di incontri dedicato al cyberbullismo che lo ha portato a visitare una serie di scuole medie superiori venete, ha iniziato ad interessarsi al fenomeno dell'economia dell'attenzione e di conseguenza dell'economia della distrazione.

Oggi è considerato un esperto di stress, ansia, esaurimento cognitivo, insonnia, workhaolism, burnout, information overload, infodemia, nomofobia, multitasking, fake news, sharenting, smombies e phubbing, che lo portano ad erogare consulenze e corsi nelle aziende di tutta Italia.

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