Donne e motori... gioie e amori

Pagina pubblicata in data 22 novembre 2022
Aggiornata il 29 dicembre 2022
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose

Il titolo di questo articolo inizia con una frase che richiama uno degli stereotipi più negativi sulle donne.
L’intervista che ha portato a questo articolo è stata per me fonte di una grande gioia.

Forse ai più il nome di Elena Spelta non dice nulla. Non è una influencer, ma il suo profilo LinkedIn ha saputo attrarre non solo la mia attenzione, ma quella di molti utenti.

Elena è un’esperta di pneumatici che ha scelto di divulgare e soprattutto condividere la sua cultura nel campo delle automobili con le altre donne.

Una delle tante situazioni in cui le donne subiscono una discriminazione di genere è quando si entra nel mondo dei motori, da sempre appannaggio degli uomini.

Un mondo, quello dei motori, pieno di pregiudizi e di stereotipi sulle donne, tanto che spesso le stesse donne scelgono di non entrarci, lasciando che siano i propri uomini (padri, mariti, fratelli) ad interessarsene. Tanto che le donne quando entrano in un’officina spesso temono questi pregiudizi. Temono di non essere considerate, e che proprio per questo motivo temono di essere "trattate con sufficienza".

Un altro motivo, ben peggiore, è che fin da piccole alle donne è insegnato che "certe cose" sono da "maschietti". Che le donne non sono abbastanza forti, o che certi ruoli non si addicono ad una donna. Cultura che porta tutt’ora molti uomini a mostrarsi esperti di auto, di motori, di pneumatici anche se non lo sono.

Questo è uno dei motivi per cui molte donne si limitano ad utilizzare la propria automobile, senza sapere quali manutenzioni vanno fatte, senza sapere quali pneumatici acquistare, come si cambia una gomma, non sanno come si chiama un carro attrezzi, e così via…
Fortunatamente, oggi le cose stanno cambiando. Non per i motivi che vorremo, ma stanno cambiando.

Venendo meno il modello della famiglia a cui il marketing ci ha abituato, oggi molte donne sono single o divorziate, e non avendo un uomo al proprio fianco sono "costrette" dalle circostanze ad interessarsi alla loro auto.

Questo ha portato Elena a dare vita ad un progetto rivolto alle donne, tanto interessante che quotidiani come La Repubblica lo hanno raccontato sulle loro pagine.

Nell’officina di famiglia Elena offre corsi gratuiti alle donne per permettere loro di divenire autonome nella gestione dell’auto, ma soprattutto offre la possibilità di poter scegliere per sé stesse senza doversi affidare ad un uomo.

Questa iniziativa è molto importante perché è anche un’importante occasione di sicurezza stradale. Un’auto a cui vengono fatte le dovute manutenzioni è un’auto sicura, non solo per chi la guida e per i passeggeri, ma anche per gli altri automobilisti.

L’officina di Elena è stata aperta dai suoi genitori. Fra il 2005 ed il 2007 ha iniziato ad occuparsi della parte amministrativa dell’officina. Un ruolo però in cui non ci si ritrovava.

In lei, come capita spesso a molte donne, è scattato ad un certo punto un meccanismo di "autodeterminazione" che la spinta a prendere gli attrezzi in mano e a "sporcarsi le mani".

I suoi genitori, inizialmente non hanno condiviso la sua scelta, ma con il tempo hanno dovuto prenderne atto.

Elena è l’esempio lampante di quanti ruoli ancora oggi sono appannaggio degli uomini per colpa di pregiudizi e stereotipi, e che possono invece essere ricoperti dalle donne.

Quando 15 anni fa Elena ha iniziato ad occuparsi in prima persona degli interventi sui veicoli, gli stessi clienti maschi dell’officina hanno impiegato molto tempo per "accettare" la figura di Elena, nonostante la conoscessero già da tempo.

Uno degli elementi che più mi ha colpito fra quelli che emersi durante l’intervista, è l’energia positiva, con cui Elena ha affrontato ed affronta tutt’oggi tutto questo.

Nel parlare, Elena, sorride, e osserva ridendo: "magari fra 10 anni sorrideremo di tutto questo" riferendosi al "bigottismo" di questi anni.

Elena è il perfetto esempio di come i pregiudizi si possono combattere attraverso la cultura, l’agire ed il confronto.

Elena ha, purtroppo, dovuto dimostrare il suo valore e le sue competenze giorno dopo giorno, ma ha saputo trasformare la sua "fatica di Ercole" in una grande occasione per le altre donne, facendo si che i suoi corsi divenissero anche occasione di riscatto.

Questo, ovviamente, senza rinunciare al suo essere donna. Si, perché Elena non ha scelto di "emulare" i colleghi maschi, ma ha scelto di essere una donna che gestisce "da donna" un’autofficina.
Elena è anche madre e moglie, e mentre la intervisto mi racconta che è in attesa del suo quarto figlio.

Perché raccontare la storia di Elena Spelta e della Spelta Pneumatici?
Lei è un perfetto esempio di quanto i pregiudizi ed i preconcetti possono limitare le nostre possibilità. Gli imprenditori e le imprenditrici devono prestare molta attenzione a non farsi influenzare dai pregiudizi e dai preconcetti.

Elena ha dimostrato quanto sia capace a condurre il business dell’azienda di famiglia con successo.

Quante volte, gli imprenditori (mi riferisco proprio ai maschietti), si sono lasciati sfuggire delle possibilità per far crescere l’azienda perché non hanno saputo valutare attentamente le donne al loro fianco?

Elena è un esempio non solo di quanto i pregiudizi ci influenzano, ma anche di quanto un impegno "sociale" può dare visibilità, credibilità e crescita ad un qualsiasi business.

L’attivazione dei corsi gratuiti per le donne è un investimento nel medio lungo termine, che dà una visibilità all’officina di Elena particolare.

Una visibilità dettata dal sincero impegno di Elena per stimolare il "riscatto" sociale delle donne e per la sicurezza stradale. Valori in cui lei crede fermamente, e che l’hanno guidata a compiere delle scelte che oggi offrono a lei e alla sua officina una visibilità che alimenta una grande autorevolezza. Fondamentale oggi per rimanere attivi sul mercato.

Dott. Francesco Russo