Il potere dei rituali nascosti

Pagina pubblicata in data 3 maggio 2022
Aggiornata il 28 dicembre 2022
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I manager, i titolari di un'azienda, sono sottoposti a un'enorme pressione per quanto riguarda i temi "sociali".
Sviluppare ed attuare una strategia di tipo DEI (Diversity, Equity, and Inclusion), mantenere i dipendenti in contatto fra di loro e con la missione dell'azienda.

Ci piace pensare di poter vivere la nostra vita a compartimenti stagni, ma non è così. Ognuno di noi, porta sempre con se i propri stati emotivi, i propri sentimenti, anche al lavoro. Sostenere i propri dipendenti quando vivono traumi e conflitti è un compito che volente o nolente che l'azienda si deve fare carico.

Non è sempre ovvio come affrontare questi problemi sul posto di lavoro, soprattutto quando i manager e/o i titolari non sono necessariamente formati o esperti nel gestire argomenti delicati come gli stati emotivi.

Un modo importante per fornire un sostegno ai propri collaboratori sono i rituali. I rituali vanno oltre il loro scopo pratico, portando i partecipanti oltre al gesto e verso il significato. Per esempio, accendere una candela quando si spegne la luce non è un rituale, ma spegnere le luci e accendere una candela al tramonto sì.

Dopo l'omicidio di George Floyd, Judith Harrison manager dell'agenzia di comunicazione Weber Shandwick ha proposto ai dipendenti di riunirsi per elaborare il lutto.

Se in Italia la notizia della morte di Floyd è stata "una delle tante", ha segnato profodamente la società statunitense. L'agenzia riunisce i propri collaboratori almeno una volta al mese, e alle volte anche più spesso, in risposta a eventi traumatici. La Harrison chiama questi incontri con il nome di "Time to Connect".

Il "Time to Connect" è considerato un rituale per due motivi. Il primo è che gli incontri non sono direttamente collegati alla missione dell'azienda. In secondo luogo è una modalità nuova per quanto riguarda il rapporto con i dipendenti e cià che ci si aspetta dai manager.

In altre parole, i dipendenti di Weber Shandwick dipendono da questi incontri regolari e ne sentirebbero la mancanza se venissero interrotti. Avere occasioni cadenzate per parlare di eventi traumatici, hanno un impatto sul benessere delle persone.

I rituali favoriscono una condizione di sicurezza psicologica e un senso di ciò che si fa. Il che porta ad un aumento delle proprie prestazioni.

Psicologica

Quando i dipendenti si riuniscono per il "Time to Connect", Harrison inizia con alcune osservazioni preparate sull'evento e poi pone ogni volta la stessa domanda: "Come va?".

Per mettere i dipendenti nella condizione di rispondere onestamente a questa domanda, apre la conversazione con il proprio punto di vista sul problema. Dare l'esempio offre alle persone l'opportunità di essere oneste. Dando ai dipendenti quella sicurezza psicologica per rispondere alle conversazioni nel modo che più preferiscono: dal vivo, in chat o via e-mail.

Dopo la sparatoria di Highland Park, nell'Illinois, Angela Salerno-Robin, vicepresidente delle relazioni con i media, ha risposto con un "non sto bene":

Non è raro che i partecipanti piangano e condividano le proprie emozioni. Non solo sembrano sentirsi psicologicamente abbastanza al sicuro per farlo, ma la loro partecipazione spontanea e sincera crea maggiore sicurezza per gli altri. Come ha detto il capo del personale Jill Tannenbaum:

In definitiva, la creazione di una sicurezza psicologica inizia con la volontà dei manager e dei titolari d'azienda di modellarla.

Scopo

Aiutare i dipendenti a trovare uno scopo nell'azienda in cui lavorano è fondamentale per il loro coinvolgimento ed il processo di innovazione. Un modo per farlo è garantire che i valori dell'azienda siano chiari, attuabili e ampiamente diffusi. Legare questi valori a rituali chiave è il modo perfetto per incorporare lo scopo nelle esperienze condivise dai dipendenti.

Il rituale del "Time to Connect" è il modo ideale per unire lo scopo personale e quello professionale. Un'esperienza forte condivisa basata sui valori dell'azienda. La creazione e la durata di questo rituale sono indice del coraggio e della curiosità dei dipendenti. Essere abbastanza coraggiosi da fare un salto nell'ignoto e aprire queste conversazioni impegnative è per definizione coraggioso. E creare un forum per l'ascolto reciproco è un'espressione di curiosità.

I dipendenti hanno espresso gratitudine per il fatto che "Time to Connect" crea uno spazio sicuro e inclusivo in cui tutti possono condividere le proprie emozioni.

Prestazioni

I risultati aziendali di "Time to Connect" in base ai commenti delle persone su quanto non vedano l'ora di partecipare agli incontri e su quanto questi siano terapeutici sono sicuramente positivi.
Sia per i collaboratori che per l'azienda. L'impatto positivo per quest'ultima sta nel coinvolgimento, nell'appartenenza e nella fiducia dei collaboratori nell'azienda.

I numeri parlano chiaro. Ogni mese oltre 200 persone si presentano e continuano a presentarsi agli incotri. Daryl Drabinsky, responsabile del benessere digitale per il Nord America, è stata così ispirata da creare "Time to Connect: West" per i dipendenti della costa occidentale dell'agenzia.

"Time to Connect" è un perfetto esempio di un modo semplice in cui i manager possono fornire il tipo di risposta e di supporto che i dipendenti si aspettano dalla loro azienda.

I rituali, svolti con regolarità, permettono di allinearsi ai valori aziendali, aumentando la sicurezza psicologica e l'appartenenza all'azienda.

Dott. Francesco Russo