Il consumo passivo dei social

Pagina pubblicata in data 3 gennaio 2023
Aggiornata il 4 gennaio 2023
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose

I nostri smartphone ci stanno "rovinando". La realtà è questa. Basta guardarsi attorno. Al bar, al ristorante, per la strada, quando siamo in bagno. Se un alieno atterrasse in un qualsiasi agglomerato urbano per osservare e studiare il genere umano, valuterebbe che gli smartphone sono una vera e propria estensione fisica del nostro corpo.

Gli smartphone sono le sigarette della generazione "digitale". Siamo già consapevoli degli effetti negativi che stanno avendo sulla qualità della nostra vita lavorativa e personale.

Fra qualche decennio probabilmente i nostri discendenti guarderanno a questi anni, e si domanderanno come abbiamo fatto a non renderci conto di quello che ci stava succedendo.

C'è un elemento particolarmente pericoloso nei nostri smartphone, che contribuisce notevolmente alla nostra dipendenza da questi dispositivi: fra tutti i dispositivi digitali gli smartphone ci permettono un consumo passivo di ciò che ci offrono.

Fra i tanti servizi che gli smartphone ci offrono, ci sono in particolare le piattaforme di social networking: Twitter, Instagram, Facebook e così via.

Cosa significa "consumare", fruire, in modo passivo dei social network?
Consumare in modo passivo il mondo digitale significa, in pratica, navigare all'infinito fra i contenuti di un social e più in generale della rete, cliccando su un link piuttosto che su un hashtag.

Si naviga a lungo, senza consapevolezza, tanto che ad un certo punto abbiamo aperto talmente tante schede sul nostro smartphone che non sappiamo neanche il perché alcune di queste le abbiamo aperte. Il consumo passivo dei social avviane quando per un millisecondo al lavoro ci sentiamo annoiati, e in modo automatico prendiamo lo smartphone in mano ed iniziamo a navigare, sulla rete in generale e più nello specifico sui social.

Quando entri in modalità "consumo passivo" la tua volontà, la tua "consapevolezza del sé", sono praticamente spente.
Sei, quindi, in balia degli algoritmi, di ciò che il social network vuole farti fare. Sei in balia di ciò che le aziende che stanno dietro ai social voglio per te, ti dicono cosa fare, cosa leggere, cosa guardare, e così via.

Consumi in modo passivo i social network quando navighi al loro interno e senza rendertene conto il tempo passa, come in una sorta di forma di "sonnambulismo", che oggi viene definito: "essere uno smombie".

Hai l'illusione di essere tu a compiere le scelte, ma la realtà è che sei sotto controllo. È come essere al lavoro ed avere il tuo capo che controllo ogni singola azione che compi. Una condizone non certo piacevole.

In molti affermano che i social media sono la causa di molta infelicità e di odio. Fortunatamente i social network non sono solo questo. I social sono, ovviamente, anche strumenti che offrono molte opportunità.

Possono offrire la possibilità di entrare in connnessione con altre persone e appartenere ad una comunità. Permettono alle persone di esprimere le proprie idee, di accedere ad informazioni che solo venti anni fa era praticamente impossibile acquisire.

Non voglio, di conseguenza, affermare che i social network sono la fonte di ogni male. Ma è innegabile che incoraggiano il consumo passivo dei contenuti che offrono, e ne dobbiamo prendere consapevolezza. La consapevolezza è, come per ogni cosa, lo strumento che ci permette di proteggerci da questa forma di "manipolazione".

Il passo da compiere per riprendere il controllo della fruizione dei propri social network è riducendo il numero di notifiche che riceviamo. Questo significa ridurre il numero di persone con cui siamo in connessione, ridurre il numero degli accout che seguiamo, delle pagine a cui abbiamo messo il "mi piace", ecc...

Selezionare. Quello che devi fare è selezionare. Scegliere quali persone e quali pagine ti offrono dei contenuti che sono per te davvero interessanti, utili (che si tratti di contenuti di svago, di studio o di lavoro).
Esistono ad esempio delle app progettate per questo scopo, come Cleaner for Ig e Unfollow Users Cleaner.

Dopo questa fase di "selezione", ogni qual volta richiederai una connessione, l'amicizia, o vorrai seguire una pagina, conta fino a dieci. Fermati a pensare un momento.
Seguire quel profilo, seguire i temi che tratta quella specifica pagina, per te sarà davvero un'occasione di crescita.

Tieni il giusto ritmo. Limita il tempo di utilizzo del tuo smartphone, il tempo che trascorri all'interno dei social network. Può esserti utile, ad esempio, impostare una sveglia, misurare il tempo con dei software appositi così da prendere consapevolezza di quanto tempo dedichi a queste attività. Puoi scegliere durante la giornata dei momenti prefissati per entrare nei social e cercare di rispettarli.

Puoi ricorrere ad app come BlockSite - Stay Focused o la funzionalità "Concentrazione" di Windows 11.

Una scelta un po' più radicale (quella che ho compiuto io) è quella di non installare (o disinstallare se già presenti) le app dei social network dal tuo smartphone.
Lo so, è una scelta forte, ma se non si è molto bravi nell'autocontrollo potrebbe essere un modo per costringersi ad utilizzare i social solo quando si è davanti ad un computer (oramai anche Instagram è fruibile da computer).

Vivi i social network come se fosse il 2010. Segui le persone a cui tieni veramente, che ti portano gioia e aiuto. Il mondo è già abbastanza pieno di "sentimenti negativi", non hai bisogno di accumularne grazie al tuo smartphone.

Questi suggerimenti fanno parte di quelli che offro ai miei clienti quando in azienda mettiamo in atto quello che ho chiamato "Protocollo Burattini".

Molti di noi utilizzano lo smartphone come strumento di lavoro, nonostante questo, dobbiamo impedire che i nostri occhi rimangano incollati allo schermo di questo per l'intero arco della giornata.

Questo perché i nostro dispositivi digitali, e nello specifico, lo smartphone sono la causa di molteplici fenomeni "negativi", che possono essere ridotti o addirittura annullati grazie ud una maggiore consapevolezza.

Dott. Francesco Russo