Stai leggendo - All'ombra del monolite - il blog di Francesco Russo
In missione contro le distrazioni per proteggere aziende e persone dagli effetti negativi dell'economia dell'attenzione
Pagina pubblicata in data
16 maggio 2023
Aggiornata il 17 maggio 2023
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose
Ogni anno 200 milioni di giornate lavorative sono perse a causa di disturbi mentali. Stress, ansia, stanchezza, forme leggere di depressione, sovraccarico cognitivo, multitasking, sono solo alcuni dei problemi che coinvolgono la salute del binomio "mente-cervello".
Sgombriamo subito il campo da equivoci e malintesi. Non c’è nessun motivo per vergognarsi se ad un certo punto della nostra vita abbiamo bisogno dell’intervento di un professionista specializzato in psicologia o psichiatria perché ci aiuti a superare un momento di difficoltà.
Non sono un medico, e di conseguenza, in questo articolo mi soffermeró su tutti quegli aspetti che riguardano il benessere fisico, il benessere psicologico e il benessere digitale in azienda di cui ho maturato esperienza diretta nel ruolo di consulente. Aspetti che sono legati per l’appunto ai molti effetti negativi che l’economia dell’attenzione sta generando nelle nostre vite.
Sentire le proprie "batterie mentali" scariche è del tutto normale. Nella gran parte dei casi, per porre rimedio a questa condizione, sono sufficienti interventi molto semplici. Interventi che ho descritto spesso nelle pagine di questo blog ed in particolare nel mio libro: "Burattini per scelta?".
Negli ultimi anni qualcosa è cambiato. Si sta "sdoganando", seppur lentamente, il concetto che puó succedere che una persona puó vivere un momento di difficoltà psicologica.
Questo grazie anche al fatto che cantanti, attori e atleti famosi parlano delle loro difficoltà. Michael Phelps ha parlato apertamente dei suoi problemi di depressione. Lady Gaga ha raccontato alla stampa cosa significa vivere con la PTSD. Il principe Harry ha aggiunto la sua voce al gruppo quando ha parlato della sua battaglia contro l'ansia. Dwayne "The Rock" Johnson, ha parlato di come affronta la depressione, e così via.
Sebbene queste testimonianze contribuiscano ad abbattere lo stigma, non sono sufficienti a far sì che le persone si sentano sicure al lavoro di poter manifestare le proprie difficoltà psicologiche.
Secondo il Centro per il Controllo delle Malattie (CDC), ogni anno si perdono negli Stati Uniti d’America oltre 200 milioni di giornate lavorative a causa di problemi di salute mentale (16,8 miliardi di dollari di produttività).
Quasi il 60% dei dipendenti non ha mai parlato al lavoro del proprio stato di salute mentale. Sempre secondo il CDC, i fattori lavorativi ed i fattori extra-lavorativi svolgono un ruolo paritetico nel contribuire all’insorgere di un disagio mentale.
Uno studio pubblicato nel numero di ottobre 2018 di International Archives of Occupational and Environmental Health ha individuato molti fattori di stress lavorativo che possono contribuire a stati di depressione: richieste di lavoro esigenti, perdita o scarso controllo sul proprio lavoro, aumento inaspettato delle ore di lavoro, mancanza di amicizie.
Mind Share Partners, SAP e Qualtrics ha condotto uno studio sulla prevalenza dei problemi di salute mentale negli Stati Uniti. Lo studio ha preso in considerazione l'intero spettro dei possibili problemi di salute mentale. Da un perfetto stato di salute mentale fino ad una compromissione cronica e grave della salute mentale.
Negli studi precedenti, la salute mentale è stata spesso misurata in base alle patologie diagnosticabili o ai livelli di stress generale. Ma queste due metriche non colgono appieno l'ampiezza delle esperienze di salute mentale che si collocano tra di esse, in particolare dei disturbi lievi che affliggono la gran parte dei lavoratori.
Lo studio ha previsto la somministrazione di un questionario a 1500 lavoratori (con una rappresentanza statisticamente significativa tra i gruppi di razza, genere, identità LGBTQ+, istruzione e anzianità) di vari settori, profit, no profit e governativo, contenente un elenco delle condizioni di salute mentale più comuni. Ad esempio: "Nell'ultimo anno, ti sei mai sentito/a triste, insensibile o hai perso interesse o piacere nella maggior parte delle attività che svolgi per almeno due settimane?".
Cosa è emerso? Meno della metà degli intervistati ritiene che la salute mentale sia una priorità nella propria azienda e ancora meno considera che i dirigenti e le dirigenti ritengano questo un tema importante.
Questo deve cambiare. La salute mentale deve essere la nuova frontiera della dell'inclusione e lo studio ha fatto emergere che le aziende se ne devono interessare.
L'86% degli intervistati ritiene che la cultura aziendale debba sostenere la salute mentale. Questa percentuale è ancora più alta fra i Millennials e nella Generazione Z. Fascia di popolazione caratterizzata da tassi di turnover più elevati e rappresentano la fascia demografica più ampia della forza lavoro.
La metà dei Millennials e il 75% della Generazione Z ha lasciato il proprio posto di lavoro per motivi di salute mentale. Un dato che indica un cambiamento generazionale nella consapevolezza dell’importanza del proprio benessere.
Questi dati sono confermati anche dalla mia esperienza personale. Fra i seminari che propongo più spesso ci sono proprio quelli dedicati al benessere digitale e al benessere psico-fisico.
Fornire ai collaboratori i giusti strumenti, ed il giusto supporto, non solo migliora il loro impegno, ma anche l'assunzione di responsabilità e la fidelizzazione.
La cultura oggi dominante spinge molte persone a non accettano né a riconoscere di essere affette da un qualsiasi tipo di problema di salute mentale. Uno studio stima che fino all'80% della popolazione, almeno una volta nella vita, vive un problema di questo tipo.
Il 60% degli intervistati di una ricerca ha accusato dei sintomi di disagio psicologico.
Se il livello di anzianità lavorativa non ha alcun impatto sui problemi di salute mentale, è importante notare che invece i dati demografici fanno la differenza. Le persone LGBTQ+, i Millennial e la Generazione Z hanno maggiori probabilità di sperimentare sintomi di salute mentale.
Le aziende che vogliono migliorare lo stato di benessere dei propri dipendenti devono adeguare le loro strategie. La salute mentale non è solo un problema di risorse umane; è anche un problema di diversità, equità e inclusione (DEI - Disability Equality Index) e sta lentamente diventando una categoria a sé stante all'interno dell’indice DEI.
Cambiare la cultura aziendale è un processo che deve innescarsi dall'alto verso il basso. I primi ad essere sensibilizzati devono essere i dirigenti e le dirigenti delle aziende.
L'amministratore delegato di SAP Bill McDermott si è fatto promotore del benessere aziendale attraverso programmi di mindfulness, simili ai programmi che propongo ai miei clienti attraverso il catalogo dei miei corsi.
Investire nella formazione è di vitale importanza. I corsi di formazione sono indispensabili per tutti, per i dipendenti, e soprattutto per i dirigenti.
Aziende, come Verizon Media, Johnson & Johnson e RetailMeNot, stanno stimolando la creazione di gruppi all'interno dell'azienda che portino ad un dibatti ed un confronto sul tema della salute mentale. L'inclusione della salute mentale nelle strategie DEI è una componente fondamentale per consentire alle persone di dare il meglio di sé stessi nel lavoro e nella vita privata.
La capacità di supportare i dipendenti con problemi di salute mentale sarà sempre più una questione fondamentale per le aziende nel prossimo futuro.
Dott. Francesco Russo
BREVE PROFILO DI FRANCESCO RUSSO
Francesco Russo, consulente di marketing e consulente esperto in economia dell'attenzione e distrazione. Ha iniziato ad occuparsi di comunicazione nel 1999. Quell'anno si appassiona al mondo del web e della comunicazione preparando una tesina per l'esame di maturità.
Il 1° febbraio 2010 fonda BrioWeb, agenzia di marketing e comunicazione operante in tutta Italia e all'estero con base a Venezia.
In occasione del decennale di BrioWeb fonda la rivista di marketing "Eclettica Magazine" (100% gratuita) e da vita ad una collana di e-book di marketing anch'essa completamente gratuita.
Nel corso della sua lunga carriera è sempre stato ispirato dal concetto del "tutto è connesso", sviluppando un approccio al marketing "olistico", che lo ha portato a divenire autore di articoli, libri, relatore ufficiale di SMAU, dell'Hospitality Day, e di molte altre manifestazioni di livello nazionale ed internazionale.
Nel 2006, dopo un ciclo di incontri dedicato al cyberbullismo che lo ha portato a visitare una serie di scuole medie superiori venete, ha iniziato ad interessarsi al fenomeno dell'economia dell'attenzione e di conseguenza dell'economia della distrazione.
Oggi è considerato un esperto di stress, ansia, esaurimento cognitivo, insonnia, workhaolism, burnout, information overload, infodemia, nomofobia, multitasking, fake news, sharenting, smombies e phubbing, che lo portano ad erogare consulenze e corsi nelle aziende di tutta Italia.
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Francesco Russo
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