Morte di Philip Kindred Dick

Pagina pubblicata in data 2 marzo 2023
Aggiornata il 2 marzo 2024
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose

Sono al controllo passaporti. Vedo il mio volto su uno schermo. La tecnologia mi riconosce e mi lascia passare. Scannerizzo i codici che indicano il mio stato di vaccinazione e i risultati del recente test Covid. Le macchine valutano i dati relativi alla mia salute e alla microbiologia. Nella sala d'attesa, le persone fissano dei piccoli schermi. Un numero stranamente elevato di persone ha la telecamera girata e sta riprendendo i propri volti in diverse angolazioni, come se avessero dimenticato il proprio aspetto. Apro il mio portatile e partecipo. Fornisco i miei dati a un'azienda per entrare nel regno digitale. Spuntano annunci pubblicitari personalizzati in base alla mia personalità. Mi conoscono meglio di quanto io conosca me stesso.

Così scrive Adam Scovell nel 2022 nell'articolo "Philip K Dick: the writer who witnessed the future", scritto per la BBC.

Le storie di Dick ipotizzavano l'ubiquità di Internet, la realtà virtuale, il software di riconoscimento facciale, le auto senza conducente e la stampa 3D. Che le sue visioni fossero causate da problemi di salute, causate da droghe o "soprannaturali", una cosa è chiara: Dick aveva la sorprendente capacità di predire il mondo moderno. Il modo in cui ha anticipato particolari sviluppi tecnologici e sociali rimane sorprendente.

Anthony Peake scrive che aveva l'idea che saremmo stati in grado di comunicare spot pubblicitari alle persone in modo diretto, che saremmo stati in grado di conoscere le persone così bene da poter indirizzare il messaggio giusto per soddisfare le loro aspettative. E questo è esattamente ciò che sta accadendo oggi.

Philip Kindred Dick morì per un grave ictus all'età di 53 anni il 2 marzo del 1982, lasciandosi dietro pagine e pagine di appunti, la sua Esegesi, centinaia di teorie diverse e "milioni" di parole. 40 romanzi, fra cui il capolavoro "L'uomo nell'alto castello" del 1962 , noto anche con il titolo "La svastica sul sole" (da cui è stata tratta la serie "The Man in the High Castle" prodotta da Amazon Studios), e "Gli androidi sognano pecore elettriche?" del 1968 da cui da cui lo stesso scrittore ha tratto la sceneggiattura del film di Ridley Scott "Blade Runner", e "We Can Remember It for You Wholesale" del 1966, da cui Paul Verhoeven ha tratto nel 1990 il film Total Recall.

Tutt'oggi Dick è considerato uno dei più grandi scrittori di fantascienza. Ursula Le Guin di lui disse che corse "più rischi di qualsiasi altro romanziere americano". John Brunner lo ha definito come "lo scrittore di fantascienza più brillante del mondo". Brian Aldiss lo considerava "un romanziere di livello mondiale".

Nonostante la stima dei colleghi, l'enorme successo fra i lettori di fantascienza, i tanti successi cinematografici tratti dalle sue opere, le opere di Dick non hanno mai scalato le classifiche dei bestseller (non di settore).

La sua fantascienza contiene più metafisica che fisica, non aveva, infatti, alcun interesse per le scienze. I suoi personaggi, a differenza di quelli di cartone della maggior parte della fantascienza, sono vivi. Sono fatti di carne e ossa. I suoi personaggi sono perseguitati da palloncini per riscuotere i crediti, da ex mogli vendicatrici, da pubblicità che entrano letteralmente a forza nelle auto.
Il tutto sempre ambientato in un universo che minaccia di scomparire da un momento all'altro.

Negli anni Cinquanta scrisse 13 romanzi, tutti invenduti. Dick trovò casa nelle riviste pulp di fantascienza dell'epoca. Già con i primi racconti, come Beyond Lies, The Wub e Impostor, Dick delinò le ossessioni che segneranno tutta la sua opera e la sua vita.

L'idea dell'androide come creatura in carne e ossa priva di empatia, affascinava Dick, così come la frantumazione dell'Idios Kosmos (universo privato) dell'individuo da parte del Koinos Kosmos (universo condiviso).

Negli anni successivi alla sua morte, i biografi hanno scoperto che la vita stessa di Dick, proprio come nei suoi libri, sembrava "collidere" con il reale, il possibile e il fantastico in modo quasi inquietante.

Nasce a Chicago il 16 dicembre del 1928. Dick aveva una gemella. Sua sorella, Jane, morì solo sei settimane dopo la nascita, sembra, per malnutrizione. Oggi lo scrittore condivide con la sorella la stessa tomba a Fort Morgan, in Colorado.

La morte della gemella segnò tutta la vita di Dick. Non perdonò mai la madre per la morte della sorella che immaginava come la "ragazza dai capelli scuri", sperduta e indifesa, che riempiva non solo i suoi romanzi ma la sua vita.

La sua vita sentimentale fu piuttosto burrascosa. Cinque mogli e numerose relazioni. La sua instabilità emotiva dipese molto dal trauma insuperato della morte della sorella.

Gregg Rickman autore di una biografia su Dick porta avanti la tesi che questa instabilità emotiva dipendeva dal fatto che lo scrittore fu vittima di abusi sessuali.

L'abuso spiegherebbe molte cose. Fin dall'infanzia Dick soffrì di attacchi di claustrofobia, di agorafobia, di tachicardia. Negli anni successivi tentò tre volte il suicidio.

La cosa che più sorprendente è la qualità con cui Dick scriveva, considerando la velocità con cui produceva i suoi lavori.

A volte i risultati potevano essere terribili, con una prosa goffa, una trama sciatta e finali bruschi, ma quando Dick era in piena forma dava vita a scintillanti puzzle metafisici conditi di tragedia e farsa.
Tutto questo vivendo, a volte, una vita di assoluto caos. Quando il suo quarto matrimonio finì nel 1970, Dick si ritrovò "per strada".

Quando nel 1972 Dick torna in California inaugura un nuovo periodo per la sua scrittura. Produce libri come Flow My Tears The Policeman Said del 1974, A Scanner Darkly del 1976.

In questo periodo Dick si convince che un fascio di luce rosa gli "sparava" informazioni direttamente nel cervello. Ha raccontato questa esperienza in quella che è nota come la trilogia VALIS (Vast Active Living Intelligence System).
Qualche studioso dell'autore ha azzardato l'ipotesi che le sue allucinazioni più che dipendere dall'assunzione di droghe, dipendenvano dall'epilessia del lobo temporale, un disturbo neurologico invalidante che provoca allucinazioni, iper-religiosità e una compulsione a scrivere.

Forse un giorno qualcuno ci regalerà un biopic su Dick. Ma quale Dick emergerà? La sua figura fu così complessa e articolata che forse un film non è sufficiente.

Dott. Francesco Russo