Stai leggendo - All'ombra del monolite - il blog di Francesco Russo
In missione contro le distrazioni per proteggere aziende e persone dagli effetti negativi dell'economia dell'attenzione
Pagina pubblicata in data
23 marzo 2021
Aggiornato il 7 maggio 2024
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose
Il tema apparentemente sembra scontato se non banale, ma credimi, non è affatto così.
Dallo studio dei processi della mente è emerso quanto segue: mentre tentiamo di svolgere più attività contemporaneamente, si innescano dei processi mentali che portano a "premiarci" proporzionalmente a quanto ci distraiamo. In sintesi, più ci distraiamo, più passiamo da una cosa all’altra velocemente, più la nostra mente ci ricompensa.
Oggi si parla quotidianamente di multitasking (argomento che tratterò in un prossimo articolo e che ho trattato in molti workshop SMAU), ovvero di quanto sia importante riuscire a fare più cose contemporaneamente.
Traiamo, infatti, soddisfazione nel lavoro e nella vita di tutti i giorni quando crediamo di riuscire a fare più cose "contemporaneamente".
In realtà il multitasking è un'illusione a cui vogliamo credere. La realtà è che un essere umano, al massimo, può ricorrere al task-switching. Il nostro cervello infatti non si è evoluto per fare più cose contemporaneamente.
Daniel J. Levitin, su questo aspetto, scrive nel suo libro "The Organized Mind: Thinking Straight in the Age of Information Overload": "si risponde e ci si sente ricompensati per aver portato a termine un compito (anche se questo compito era del tutto sconosciuto solo 15 secondi prima). Ogni SMS, e-mail, ecc… trasporta con se un vero e proprio "proiettile" di dopamina".
La dopamina è il principale neurotrasmettitore della sensazione del piacere, e, ti sembrerà strano, tutte le droghe d'abuso inondano il corpo di questo neurotrasmettitore. Quando una persona interrompe l'assunzione di queste sostanze, i suoi livelli di dopamina risultano inferiori alla norma, si innesca così quel meccanismo noto come "crisi di astinenza".
Certo non possiamo paragonare il "multitasking" ad una droga, ma di fatto è in qualche modo una buona premessa a fenomeni come, ad esempio, quello oggi chiamato "Internet Addiction Disorder", cioè la dipendenza da internet (all’interno della quale è incluso l’uso compulsivo dello smartphone).
"Il task-switching è paragonabile ad un vero e proprio proiettile di dopamina sparato nel nostro cervello."
Per quanto può sembrare strano, la nostra mente ci induce a distrarci perché è alla continua ricerca di dopamina.
L’unica difesa che noi abbiamo per impedire questo tipo di "inganno" è "allenare" la nostra capacità di mantenere focalizzata la nostra attenzione sul compito che stiamo svolgendo.
"La nostra mente ci induce al "multitasking" perché è alla ricerca di dopamina."
Daniel Goleman nel suo libro "The Hidden Driver of Excellence" afferma: "l’attenzione funziona come un filtro: impegnarsi a rimanere su quello che si sta facendo, anche se costa fatica, resistendo al multitasking e alla distrazione data dai continui beep che segnalano mail e messaggi ricevuti (...) solo se siamo dentro quello che facciamo possiamo farlo bene."
La capacità di mantenere l’attenzione diventa dunque una strategia per ottenere un buon risultato, nel lavoro, nello sport, nello studio, nelle relazioni, ed è una strategia che può essere accresciuta tramite l’esercizio, come se il cervello fosse un muscolo cognitivo.
Negli ultimi anni i ricercatori di mezzo mondo hanno iniziato a definire questo atteggiamento con la parola di fantasia "metacognizione".
Uno degli esperimenti più famosi, condotti dai neuroscienziati, sull'importanza dell'attenzione è conosciuto con il nome di Stanford Marshmallow Experiment, pubblicato nel 1972.
Il responsabile dell'esperimento fu lo psicologo Walter Mischel, che durante gli anni Sessanta ha condotto una serie di test su dei bambini di età compresa tra i 4 ed i 5 anni.
Uno dei tanti test condotti consisteva nel far sedere i bambini ad un tavolo, su quale era appoggiato un piatto contenente un marshmallow. I bambini venivano poi lasciati soli nella stanza, con la promessa che se non avessero mangiato il marshmallow per un periodo di almeno 10 – 15 minuti avrebbero ricevuto in ricompensa un secondo marshmallow.
I bambini per resistere alla tentazione di mangiare il marshmallow tentavano di distrarsi cercando di mantenere l’attenzione su qualcos’altro. Ovviamente alcuni ci riuscivano ed altri no.
Da un follow-up eseguito nel 1988, emerse che "i bambini in età prescolare che avevano ritardato la gratificazione più a lungo venivano descritti dai genitori come adolescenti più maturi e responsabili degli altri". Un secondo studio di follow-up, nel 1990, ha mostrato che la capacità di ritardare la gratificazione era anche correlata con maggiori punteggi SAT (test di ingresso all’università).
Questo esperimento ha mostrato quanto sia importante saper allenare la propria concentrazione e soprattutto mantenerla nel tempo. Un fattore davvero determinante nella vita di ognuno di noi.
40 Years of Stanford Research Found That People With This One Quality Are More Likely to Succeed
Cognitive and attentional mechanisms in delay of gratification.
Delay of gratification in children.
Predicting Adolescent Cognitive and Self-Regulatory Competencies From Preschool Delay of Gratification.
Dott. Francesco Russo
BREVE PROFILO DI FRANCESCO RUSSO
Francesco Russo, consulente di marketing e consulente esperto in economia dell'attenzione e distrazione. Ha iniziato ad occuparsi di comunicazione nel 1999. Quell'anno si appassiona al mondo del web e della comunicazione preparando una tesina per l'esame di maturità.
Il 1° febbraio 2010 fonda BrioWeb, agenzia di marketing e comunicazione operante in tutta Italia e all'estero con base a Venezia.
In occasione del decennale di BrioWeb fonda la rivista di marketing "Eclettica Magazine" (100% gratuita) e da vita ad una collana di e-book di marketing anch'essa completamente gratuita.
Nel corso della sua lunga carriera è sempre stato ispirato dal concetto del "tutto è connesso", sviluppando un approccio al marketing "olistico", che lo ha portato a divenire autore di articoli, libri, relatore ufficiale di SMAU, dell'Hospitality Day, e di molte altre manifestazioni di livello nazionale ed internazionale.
Nel 2006, dopo un ciclo di incontri dedicato al cyberbullismo che lo ha portato a visitare una serie di scuole medie superiori venete, ha iniziato ad interessarsi al fenomeno dell'economia dell'attenzione e di conseguenza dell'economia della distrazione.
Oggi è considerato un esperto di stress, ansia, esaurimento cognitivo, insonnia, workhaolism, burnout, information overload, infodemia, nomofobia, multitasking, fake news, sharenting, smombies e phubbing, che lo portano ad erogare consulenze e corsi nelle aziende di tutta Italia.
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Grazie allo stato di flusso sviluppiamo la creatività, la base per l'innovazione, che permette la crescita di un business ed il miglioramento personale."
Francesco Russo
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