La mente vagante per liberare la tua creatività

Pagina pubblicata in data 7 dicembre 2021
Aggiornata il 7 gennaio 2024
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose

L'articolo qui di seguito è la versione riveduta, corretta ed ampliata di un articolo che ho pubblicato l'11 marzo 2016, sull'esperienza che ho avuto durante uno dei molti seminari che ho tenuto presso il circuito di SMAU.

Mentre mi accingo a scrivere questo articolo sento ancora dentro di me l’energia positiva respirata durante il workshop tenuto a SMAU quest’oggi. L’arena dove ho tenuto il seminario si è riempita a tal punto che più di qualcuno è rimasto in piedi.

Nell’articolo "Sviluppare la metacognizione con la mindfulness" mi sono soffermato sul significato di mindfulness, e come questa possa essere applicata nello sviluppo della strategia di marketing.

In questo articolo mi voglio soffermare su un argomento correlato: l’importanza della "mente vagante" per coltivare in azienda la creatività, l'innovazione e qualsiasi altro aspetto del business aziendale.

Come ho illustrato durante il seminario, il nostro cervello ospita due sistemi semi-indipendenti. Il primo è chiamato in diversi modi, io amo chiamarla mente arcaica e lavora al di là dell’orizzonte della coscienza. È quello più veloce ed è lui a comandare le nostre scelte nella gran parte delle situazioni che viviamo.

Anche il secondo sistema è conosciuto con differenti nomi, io amo chiamarlo mente consapevole. L’attenzione volontaria, la forza di volontà e la scelta intenzionale appartengono alla sfera della "mente consapevole", mentre l’attenzione a livello riflesso, l’impulso e le abitudini meccaniche appartengono al sistema della "mente arcaica".

Ecco qui di seguito un esempio per comprendere meglio il concetto di "mente arcaica" e di "mente consapevole".

Il pilota automatico

La gran parte degli automobilisti ha vissuto, almeno una volta nella propria vita, l’esperienza del "pilota automatico" (leggi a tal proposito l'articolo "Imparare ad usare il pilota automatico").

Quanti di noi ad un certo punto del viaggio si sono resi conto di aver guidato per differenti chilometri con la mente assente, persa nei propri pensieri? Nonostante questo però siamo stati capaci di condurre la nostra automobile senza pericoli.

Chi ha condotto la macchina in modo impeccabile nonostante la nostra assenza? Quando la "mente consapevole", cioè il nostro "io cosciente" ha iniziato a divagare con i pensieri la "mente arcaica", il nostro "io non cosciente", è subentrato ed ha preso in carico il compito di guidare l’auto.

È la "mente arcaica" ad intervenire nella gran parte delle decisioni che prendiamo quotidianamente. Tant’è che lo psicologo Daniel Kahneman ha osservato ironicamente che la "mente consapevole" (che lui chiama "top-down") è un personaggio secondario di un’opera, convinto però di essere il protagonista della storia.

Perché è importante prendere coscienza di questi due sistemi? Il motivo è che quanto più riusciamo a rilassarci e a fidarci delle operazioni condotte dalla "mente vagante", tanto più siamo in grado di liberare la nostra mente, creando quindi le condizioni perché emerga la "mente vagante". Una mente che riesce ad "andare alla deriva" lascia le briglie sciolte alla creatività e diventa terreno fertile per nuove idee (puoi leggere a riguardo l'articolo "No creatività no marketing").

Il mezzo che ci permette di liberare consapevolmente la nostra "mente arcaica" è la metacognizione. Grazie a meditazione, mindfulness, esercizi per la concentrazione abbiamo la possibilità di coltivare la metacognizione.
Queste attività creano le condizioni per una mente rilassata, in grado di liberare la "mente vagante", e quindi capace di sfruttare tutte le sue potenzialità per elaborare tanto una strategia di marketing quanto nuove idee innovative per il business aziendale (vedi l'articolo "Sviluppare la metacognizione con la mindfulness").

Può sembrare strano, ma il modo migliore per ascoltare sé stessi, e in particolar modo la nostra "mente vagante", è non pensare... cioè "disattivare" la "mente consapevole".

Molte discipline, in particolare le arti marziali, si avvalgono di una stato definito "mente non-mente". Una condizione in cui la mente sperimenta uno stato di vuoto di pensieri. La mente è presente, consapevole, ma priva di pensieri che possano ostacolare tutte le potenzialità offerte dalla "mente arcaica", che ci permette di automatizzare tantissime operazioni e quindi di ricorrere al "pilota automatico" non solo per guidare.

Concludo questo articolo con due citazioni quanto ho scritto: la prima è di Alfred North Whitehead:

La seconda citazione è del grande Albert Einstein:

Dott. Francesco Russo