Stai leggendo - All'ombra del monolite - il blog di Francesco Russo
In missione contro le distrazioni per proteggere aziende e persone dagli effetti negativi dell'economia dell'attenzione
Pagina pubblicata in data
5 settembre 2023
Aggiornata il 12 settembre 2023
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose
Quando ci troviamo in situazioni a noi sconosciute, in situazioni di stress, di pericolo, il nostro cervello è portato ad affidarsi a meccanismi che abbiamo sviluppato nel corso dell’evoluzione umana: i bias cognitivi.
Nonostante questo, le nuove situazioni non possono essere affrontate con le vecchie soluzioni che la nostra esperienza ci mette a disposizione. Questo è il paradosso dell’adattabilità: quando abbiamo più bisogno di imparare, cambiare e adattarci, è più probabile che reagiamo con vecchi approcci che non sono adatti alla nuova situazione che affrontiamo, portandoci a decisioni sbagliate e a soluzioni inefficaci.
Per superare meglio gli ostacoli posti dalle nostre "vecchie abitudini", da diversi anni propongono la strada di sviluppare la propria metacognizione, la consapevolezza di noi stessi. Lo sviluppo della propria consapevolezza permette di affrontare nuovi scenari individuando, attraverso la creatività, nuove soluzioni per gestirli.
Ho dedicato un intero libro di grande successo a questo tema: "Burattini per scelta?"
Quando ci troviamo in situazioni nuove che non abbiamo mai affrontato prima, può essere difficile mantenere la calma e soprattutto una certa apertura mentale. La nostra reazione istintiva è quella, infatti, di attenersi a ciò che ha funzionato in passato.
Questo è normale e può funzionare bene in situazioni familiari. Ma ricorrere alle "vecchie abitudini" in situazioni nuove che richiedono nuove soluzioni è di solito una ricetta per il fallimento. Le situazioni nuove, e che magari generano una certa pressione, creano spesso un livello di ansia che scatena i meccanismi "istintivi" alla base dei bias cognitivi. Meccanismi che riducono la nostra obiettività, la nostra creatività e la nostra capacità di innovare.
Questo è il così detto paradosso dell’adattabilità: quando ci troviamo in situazioni in cui abbiamo bisogno di imparare, di cambiare e di adattarci, è molto probabile che il nostro "istinto" ci porterà a reagire con approcci "vecchi" che potrebbero non essere adatti alla nuova situazione, portandoci a prendere decisioni potenzialmente sbagliate e/o adottare soluzioni inefficaci.
Per superare con successo i momenti di difficoltà è fondamentale sviluppare una forte consapevolezza di sè stessi. Una consapevolezza che permetta di poter scegliere come "vivere" e rispondere a una nuova situazione, analizzando con calma e razionalità il modo migliore per rispondere alla nuova situazione, mantenendo sotto controllo l’istinto e le emozioni.
Ecco un esempio ipotetico. Marco è il direttore vendite di un’azienda che produce beni di consumo che deve far fronte a repentini cambiamenti tecnologici e di mercato e a un conseguente rallentamento delle vendite. Come (per esempio) è successo per il marchio Polaroid quando sul mercato è apparsa la tecnologia della fotografia digitale.
Quando a Marco la dirigenza osserva che i suoi numeri devono migliorare, si sente sotto pressione, prova uno stato di frustrazione e di ansia. La sua reazione è quella che ha sempre adottato: si dice che deve raddoppiare gli sforzi e fare di tutto per vendere di più. Ma è possibile che la nuova situazione non possa essere risolta con vecchi approcci. In questa situazione, la definizione di nuovi obiettivi di vendita, l’introduzione di maggiori incentivi e la richiesta al gruppo di lavorare di più e di fare meglio rischiano di fallire e/o di ritorcersi contro di lui.
Se Marco e la dirigenza dell’azienda si fermassero a pensare, a riflettere, mantenendo la calma grazie alla propria metacognizione, se si sedessero attorno a un tavolo manifestando i loro dubbi, riflettendo su quale soluzione adottare, su quale "innovazione" adottare, per dare un nuovo corso all’azienda, potrebbero individuare un nuovo punto di vista da cui poter trovare nuove idee.
Solo un approccio basato sulla metacognizione può far emergere le preoccupazioni, gestire il conseguente disagio e portare a un dialogo per esplorare nuovi approcci.
Un approccio di questo tipo permette di valutare il coinvolgimento dei sottoposti, dei collaboratori, di creare in azienda una cultura volta a stimolare la creatività, e porta a stimolare i processi di innovazione.
Non ci sono garanzie, ma è molto più probabile che questo approccio porti a nuove soluzioni e a risultati inaspettati.
Lo sviluppo della metacognizione funziona? Secondo la mia esperienza la risposta è si. La mia esperienza, e i risultati che ho ottenuto nel corso degli anni da consulente, sono confluiti in un protocollo che ho chiamato "Protocollo burattini".
Un protocollo che permette di adattarsi alle circostanze non pianificate, di sviluppare l’ottimismo, l’efficacia relazionale (ad esempio, empatia, compassione), migliorare la collaborazione, la gestione del tempo, l’acquisizione di nuove conoscenze e competenze.
Non solo. Il protocollo si pone l’obiettivo anche di migliorare il benessere delle persone, il quale migliorando offre alle persone di essere molto più performanti, sia nella vita personale che in quella professionale.
Ci sono tre caratteristiche fondamentali per sviluppare la propria metacognizione.
Imparare dall’esperienza, sperimentare nuove soluzioni, affrontare nuove situazioni con una mentalità di crescita, nel cercare e imparare dai feedback permette di sviluppare una capacità di adattarsi.
La meta-analisi "The relation between emotional intelligence and job performance: A meta-analysis" ha analizzato decine di studi empirici, rilevando che l’adattabilità e l’agilità di apprendimento sono i principali predittori delle prestazioni e delle potenzialità di una persona.
La metacognizione permette di riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle delle altre persone, e di incanalarle in modo produttivo. Chi è capace di controllare le proprie emozioni ottiene risultati significativamente migliori.
La metacognizione è il risultato della consapevolezza del mondo che ci circonda e del proprio io (esperienze, pensieri, emozioni e risposte).
La consapevolezza di sè stessi permette di osservare sè stessi mentre si compie un’azione, mentre si pensa, e di tenere in considerazione tutto questo in relazione a ciò che ci circonda. Più si diventa consapevoli dei propri fattori scatenanti e di ciò che si può imparare in movimento, più si è in grado di fermarsi a riflettere su ciò che la situazione richiede.
Durante i periodi di trasformazione e di cambiamento, si può imparare a possedere tutte e tre queste capacità.
Il cambiamento è difficile. Spesso abbiamo bisogno di creare un forte senso di urgenza per motivare le persone, ma l’urgenza che attiva il cambiamento può anche creare un ambiente in cui le persone faticano a imparare, a innovare e adattarsi.
Lo stato di "quiete" che la metacognizione può aiutarci a creare ci permette di superare i momenti incerti. Si tratta di una capacità che deve essere imparata e reimparata continuamente in modo che il paradosso dell’adattabilità perda forza.
La pratica non rende perfetti, ma sicuramente permetterà di migliorare, di ridurre i difetti e raggiungere in modo sempre più efficace i nostri obiettivi (leggi a riguardo l'articolo "Sono tutti perfetti").
Dott. Francesco Russo
BREVE PROFILO DI FRANCESCO RUSSO
Francesco Russo, consulente di marketing e consulente esperto in economia dell'attenzione e distrazione. Ha iniziato ad occuparsi di comunicazione nel 1999. Quell'anno si appassiona al mondo del web e della comunicazione preparando una tesina per l'esame di maturità.
Il 1° febbraio 2010 fonda BrioWeb, agenzia di marketing e comunicazione operante in tutta Italia e all'estero con base a Venezia.
In occasione del decennale di BrioWeb fonda la rivista di marketing "Eclettica Magazine" (100% gratuita) e da vita ad una collana di e-book di marketing anch'essa completamente gratuita.
Nel corso della sua lunga carriera è sempre stato ispirato dal concetto del "tutto è connesso", sviluppando un approccio al marketing "olistico", che lo ha portato a divenire autore di articoli, libri, relatore ufficiale di SMAU, dell'Hospitality Day, e di molte altre manifestazioni di livello nazionale ed internazionale.
Nel 2006, dopo un ciclo di incontri dedicato al cyberbullismo che lo ha portato a visitare una serie di scuole medie superiori venete, ha iniziato ad interessarsi al fenomeno dell'economia dell'attenzione e di conseguenza dell'economia della distrazione.
Oggi è considerato un esperto di stress, ansia, esaurimento cognitivo, insonnia, workhaolism, burnout, information overload, infodemia, nomofobia, multitasking, fake news, sharenting, smombies e phubbing, che lo portano ad erogare consulenze e corsi nelle aziende di tutta Italia.
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Consulenze sugli effetti negativi dell'economia della distrazionie e sulle nuove dipendenze
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"Grazie allo sviluppo della metacognizione, possiamo migliore la nostra attenzione e la nostra concentrazione, che sono gli ingredienti base per raggiungere lo stato di flusso, che ci permette di resistere al canto delle sirene della distrazione.
Grazie allo stato di flusso sviluppiamo la creatività, la base per l'innovazione, che permette la crescita di un business ed il miglioramento personale."
Francesco Russo
Viviamo in un momento storico che getta ognuno di noi in una vera e propria tempesta perfetta, che offre, come mai prima, a manipolatori ed imbonitori tantissime occasioni.
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