Stai leggendo - All'ombra del monolite - il blog di Francesco Russo
In missione contro le distrazioni per proteggere aziende e persone dagli effetti negativi dell'economia dell'attenzione
Pagina pubblicata in data
10 gennaio 2023
11 gennaio 2023
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose
La pratica della mindfulness può essere un modo efficace per ridurre lo stress e migliorare il benessere. È un mantra che ho ripetuto davvero spesso nelle pagine di questo blog.
Tuttavia, mentre un numero sempre maggiore di datori di lavoro offre una qualche forma di formazione alla mindfulness ai propri dipendenti, non è sempre chiaro se questi programmi danno effettivamente dei risultati.
Per esplorare l'impatto della mindfulness sul posto di lavoro, sono stati condotti una serie di studi sul campo in ambienti di lavoro reali e si è scoperto che, mentre la mindfulness può essere effettivamente benefica in alcune situazioni, in altre situazioni può essere meno efficace (o addirittura controproducente).
Come altrettanto spesso ho detto parlando a clienti e conoscenti di mindfulness, questa è si uno strumento utile, ma, ovviamente, non è la panacea per ogni male. La mindfulness è uno dei tanti strumenti a nostra disposizione per sviluppare la metacognizione.
In particolare, le ricerche hanno messo in evidenza che sia la meditazione basata sul respiro che quella basata sull'amorevolezza possono aiutare a ridurre lo stress associato alle interazioni sociali emotivamente forti, ma che la meditazione incentrata sul respiro può in realtà rendere le persone meno utili in situazioni che richiedono un'assunzione di responsabilità.
Per questo motivo, soprattutto per i programmi rivolti a manager o dirigenti (i cui ruoli spesso richiedono la capacità di assumersi la responsabilità di errori passati e di affrontare i problemi in modo proattivo), gli autori delle ricerche suggeriscono che la meditazione basata sul respiro potrebbe non essere l'approccio migliore.
I ricercatori propongono, quindi, tre strategie per aiutare le aziende ad implementare programmi mirati di mindfulness che offrano più vantaggi.
Suggeriscono, infine, che è fondamentale identificare le pratiche di mindfulness più efficaci per ogni azienda ed ogni persona. Questo è uno dei motivi per cui un consulente come me entra in azienda, ed aiuta quest'ultima ad adottare le soluzioni migliori contro gli effetti negativi dell'economia dell'attenzione.
Più della metà dei datori di lavoro americani offre una qualche forma di formazione sulla mindfulness ai propri lavoratori, contribuendo ad un mercato globale del benessere aziendale, che è valutato in oltre 50 miliardi di dollari.
La domanda che ci si pone davanti a questa cifra, e la domanda che mi pongono i miei clienti, è la medesima: ma questi investimenti sono effettivamente redditizi?
Mentre i benefici generali della mindfulness - cioè uno stato di consapevolezza e presenza nel momento che può essere coltivato attraverso varie pratiche di meditazione - sono ben noti, l'efficacia di questi programmi sul posto di lavoro non è così consolidata come si può pensare.
La maggior parte delle ricerche accademiche che hanno esaminato l'impatto delle pratiche di mindfulness sono state condotte in laboratori e studi di terapeuti, due ambienti molto diversi da quelli in cui generalmente si svolgono i programmi di benessere aziendale.
Per colmare questa lacuna, sono stati condotti una serie di studi sul campo che hanno esplorato gli effetti delle diverse pratiche di meditazione incentrate sulla mindfulness in contesti lavorativi reali.
Condotto da Gretchen Spreitzer, Chen Zhang, Laura Noval e Samah Shaffakat, haano lavorato con consulenti informatici in India e con rappresentanti di call center negli Stati Uniti. In entrambi gli ambienti, hanno evidenziato che i lavoratori che meditavano al mattino erano più attenti e disponibili nei confronti dei colleghi e dei clienti durante la giornata.
È interessante notare che, qualsiasi tipo di meditazione rende i lavoratori più disponibili, ma l'essere più o meno disponibile dipendeva dal tipo di pratica meditativa utilizzata.
La meditazione basata sul respiro, in cui ci si concentra sulla respirazione (leggi a riguardo l'articolo "Respira e riduci lo stress" e l'articolo "Non dimenticare di respirare, riduce lo stress"), aiutava le persone a comprendere meglio le prospettive degli altri a livello cognitivo, mentre la meditazione di amorevolezza (in cui si immagina di inviare gentilezza e benevolenza agli altri) rendeva le persone più capaci di sentire ciò che gli altri stavano vivendo, aumentando l'empatia e la connessione con gli altri.
Tuttavia, lo studio "Mindfulness meditation reduces guilt and prosocial reparation", condotto con Matthew LaPalme e Isabelle Solal, ha evidenziato un limite fondamentale di queste pratiche di mindfulness.
È stato chiesto a più di 1.400 lavoratori di pensare ad un momento in cui hanno fatto un torto ad una persona. Successivamente sono stati suddivisi in due gruppi. Ad un gruppo è stato chieso di impegnarsi in una meditazione basata sul controllo del respiro, mentre al secondo gruppo è stato chiesto di impegnarsi in una meditazione di amorevolezza verso il prossimo.
Si è osservato che i lavoratori che hanno condotto la pratica di meditazione attraverso il respiro avevano meno probabilità di rimediare al torto rispetto a coloro che avevano meditato con una pratica di amorevolezza.
In altre parole, quando si tratta di assumersi la responsabilità delle proprie azioni e di porvi rimedio, le pratiche di meditazione basate sul respiro possono fare più male che bene. Questo perché, mentre le pratiche di amorevolezza spostano l'attenzione verso gli altri e quindi lavorano sulla nostra capacità di provare empatia verso gli altri, la meditazione sul respiro porta a concentrarsi sul sé.
Naturalmente, quando il senso di colpa diventa eccessivo, ridurlo può essere utile. Ma** ricerche precedenti hanno mostrato che in molti casi, staccarsi da una sfida professionale o da un dilemma etico e ritirarsi in una modalità meditativa può ostacolare la risoluzione dei problemi.
Pertanto, per ottenere il massimo valore dai programmi di meditazione sul posto di lavoro, i manager dovrebbero evitare un approccio unico, valutando invece attentamente quali tipi di pratiche possono essere più utili e quali potrebbero essere meno efficaci.
In particolare, è possibile sviluppare tre strategie nell'implementare in azienda un programma di meditazione mindfulnes.
La meta-analisi "The psychological effects of meditation: A meta-analysis" ha evidenziato che sia la meditazione basata sul respiro che quella basata sull'amorevolezza possono aiutare a ridurre lo stress associato alle interazioni sociali cariche di emozioni.
Per questo motivo, per chi opera nel servizio clienti, chi offre consulenze, i medici, chi lavora in un call center, insegnanti e in generale chi nel proprio lavoro quotidiano ha molte interazioni interpersonali, queste pratiche possono essere particolarmente utili.
Gli operatori dei call center possono lavorare sulla propria respirazione per mantenere la calma. Allo stesso modo, i medici potrebbero trovare molto utile lavorare sulla propria benevolenza verso gli altri, mentre si relazionano con i pazienti.
La ricerca "Minds - At Attention -: Mindfulness Training Curbs Attentional Lapses in Military Cohorts" ha evidenziato come la mindfulness migliora le prestazioni del personale militare che è impegnato in frequenti condizioni ad alto stress. Nella nostra vita personale e professionale una breve meditazione di amorevolezza prima di un confronto emotivamente forte può essere un utile promemoria per l'ascolto e rispondere con gentilezza.
Tuttavia, per i ruoli che non richiedono un'interazione sociale intensa, la mindfulness può essere controproducente. In particolare, quando le mansioni dei lavoratori richiedono l'espressione di emozioni che non corrispondono al loro stato psicologico interiore.
In questo caso una maggiore capacità di mantenere l'attenzione può in realtà si rivela molto più efficace.
Queste ricerche dimostrano che il momento in cui si pratica la mindfulness può essere importante quanto l'impegno nel giusto tipo di pratiche. Sebbene si possa pensare di dover praticare la mindfulness ogni giorno alla stessa ora, una pratica meditativa mirata nei momenti in cui se ne ha più bisogno può essere più efficace. Soprattutto quando si tratta di interventi sul posto di lavoro, è importante che qualsiasi pratica consigliata dai datori di lavoro si inserisca senza problemi nel normale flusso di lavoro dei dipendenti.
Per determinare il momento migliore per integrare una pratica di meditazione nella propria giornata lavorativa. È importante capire quali sono i momenti in cui si è esposti ai maggiori fattori di stress. Una volta individuato il momento, il luogo o addirittura la persona che spesso è associata allo stress, si deve iniziare a costruire un'abitudine di meditazione per affrontare strategicamente quel momento della giornata.
Inoltre, al di là delle situazioni prevedibili di stress, ci sono anche eventi straordinari in cui la mindfulness può essere particolarmente utile. La ricerca ha dimostrato che la mindfulness può aiutare nel processo di innovazione e fornire una spinta cognitiva supplementare con miglioramento della capacità della memoria.
Una pratica quotidiana di mindfulness "standard" può essere molto efficace. La leggenda del basket Kobe Bryant, ha raccontato di come la sua routine di meditazione mindfulness ogni mattina lo aiutava prima di iniziare la giornata.
Tuttavia, soprattutto se si è già sopraffatti dalla necessità di destreggiarsi tra molteplici richieste al lavoro e a casa, può essere più facile iniziare con pratiche specifiche e mirate, piuttosto che trovare il tempo per un approccio più "tradizionale".
La mindfulness è un'esperienza profondamente personale. Ognuno di noi reagisce in modo diverso a queste pratiche, quindi, è importante lasciare spazio alla sperimentazione e all'adattamento a ciò che funziona meglio.
La cosa importante è identificare e praticare le strategie di mindfulness più efficaci per il lavoro che si svolge, per la propria quotidianità, per la propria salute emotiva e per salute della propria mente.
Dott. Francesco Russo
BREVE PROFILO DI FRANCESCO RUSSO
Francesco Russo, consulente di marketing e consulente esperto in economia dell'attenzione e distrazione. Ha iniziato ad occuparsi di comunicazione nel 1999. Quell'anno si appassiona al mondo del web e della comunicazione preparando una tesina per l'esame di maturità.
Il 1° febbraio 2010 fonda BrioWeb, agenzia di marketing e comunicazione operante in tutta Italia e all'estero con base a Venezia.
In occasione del decennale di BrioWeb fonda la rivista di marketing "Eclettica Magazine" (100% gratuita) e da vita ad una collana di e-book di marketing anch'essa completamente gratuita.
Nel corso della sua lunga carriera è sempre stato ispirato dal concetto del "tutto è connesso", sviluppando un approccio al marketing "olistico", che lo ha portato a divenire autore di articoli, libri, relatore ufficiale di SMAU, dell'Hospitality Day, e di molte altre manifestazioni di livello nazionale ed internazionale.
Nel 2006, dopo un ciclo di incontri dedicato al cyberbullismo che lo ha portato a visitare una serie di scuole medie superiori venete, ha iniziato ad interessarsi al fenomeno dell'economia dell'attenzione e di conseguenza dell'economia della distrazione.
Oggi è considerato un esperto di stress, ansia, esaurimento cognitivo, insonnia, workhaolism, burnout, information overload, infodemia, nomofobia, multitasking, fake news, sharenting, smombies e phubbing, che lo portano ad erogare consulenze e corsi nelle aziende di tutta Italia.
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Francesco Russo
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