Fuori la voce! Micaela Faggiani

Pagina pubblicata in data 15 febbraio 2022
Aggiornata il 16 febbraio 2022
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose

Il primo incontro con Micaela è avvenuto oramai qualche anno fa, sempre per un’intervista. All’epoca stavo realizzando il docufilm Voci (S)tonate per un mio cliente dedicato a quegli imprenditori italiani, in particolare del Nord-Est, che nonostante la crisi finanziaria del 2008, erano riusciti a farcela.

Conoscevo Micaela attraverso i numerosi servizi che aveva realizzato per la trasmissione "Tagadà", condotta da Tiziana Panella, e prima ancora perché era il volto "storico" di un’emittente locale molto nota in Veneto.

Quando l’ho incontrata per la prima volta, ammetto che nutrivo un leggero stato di soggezione. Avevo la possibilità di intervistare una giornalista con un curriculum davvero invidiabile, e dalla grande competenza. Una donna dal grande carisma, una donna di successo,

Dopo pochi minuti, invece ero già a mio agio, grazie al sorriso ed alla grande umiltà d’animo di questa professionista.

Con il passare degli anni ho continuato a seguire la carriera di Micaela, donna che se stimavo già prima di conoscere, oggi che posso dire di avere l’onore fra le mie conoscenze, stimo ancora di più.

Ho scelto lei come "terza amazzone" del quinto numero di Eclettica Magazine, perché ultimamente Micaela si è dedicata ad un progetto davvero straordinario, e che fin da subito ha ottenuto un enorme successo (e non poteva non essere altrimenti).

Si tratta del progetto "Fuori la voce" nato dall’esperienza di un altro straordinario progetto "Il cantiere delle donne". Due progetti che hanno come focus quello di dare voce e spazio alle donne (e non solo), che purtroppo in Italia ancora devono letteralmente combattere contro tanti pregiudizi e contro una imperante cultura maschilista.

Ho declinato il racconto di Eliana Liotta dal punto di vista dell’importanza della creazione dei contenuti di qualità, quello di Cristina Di Silvio l’ho declinato dal punto di vista delle relazioni umane, il racconto di Micaela l’ho invece voluto declinare dal punto di vista dell’impegno sociale.

Tutte le donne che ho scelto di raccontare nel quinto numero di Eclettica Magazine, sono donne di talento, capaci, dalla grande competenza e contraddistinte dall’essere riuscite a fare carriera senza rinunciare al loro essere donna. Perfetti esempi di "bellezza dell’intelligenza".

Professioniste di primo livello che possono essere vanto di quella parte dell’Italia che amiamo raccontare.

Ma Eclettica Magazine rimane pur sempre una rivista nata per raccontare i principi del marketing, non tanto attraverso la teoria, ma attraverso l’esempio di donne, uomini ed aziende.

Un elemento che spesso sottolineo ai miei clienti, o nei corsi che tengo, o nel mio blog, è che un marchio deve farsi portatore di precisi valori, morali ed etici, e fra questi non si deve aver paura di annoverare una precisa e chiara posizione nei confronti di uno o più temi sociali.

Micaela Faggiani è un esempio di quanto ho appena scritto. Ha saputo, infatti, nel corso degli anni coniugare la sua attività di giornalista con un forte impegno sociale nei confronti delle donne, e delle difficoltà di queste ultime di "emergere" in un mondo contraddistinto da uomini che nel loro intimo temono le capacità e le potenzialità del "gentil sesso".

Molte aziende temono che prendere una posizione precisa e chiara nei confronti di alcuni temi sociali possa esporle a delle critiche.

È sufficiente ricordare quando Ikea nel 2011 scelse di lanciare la campagna di comunicazione "siamo aperti a tutte le famiglie", prendendo una posizione chiara e netti nei confronti dei diritti LBGT. Certo non mancarono le critiche al marchio svedese. Ma l'azienda andò avanti comunque.

Si questa possibilità ovviamente c’è, ma è anche vero che è peggio quando un’azienda sceglie di schierarsi su un tema quando quel tema è ormai diventato "caldo" sui principali canali di comunicazione.

In poche parole, avviso sempre i miei clienti di stare attenti a saltare sul "carro del vincitore", perché non solo le critiche sarebbero peggiori, ma anche l’immagine e la dignità del marchio ne risentirebbero.

Micaela invece è proprio l’esempio opposto, e se da un lato sicuramente l’aver preso posizioni chiare e forti nei confronti di una cultura maschilista che vorrebbe vedere le donne limitate al ruolo di "angelo del focolare" la ha portato qualche critica, le ha anche permesso nel corso del tempo di accrescere la propria reputazione in tutte quelle persone (fra cui c’è chi scrive) che condividono i suoi stessi valori.

Non sarebbe infatti "contesa" come madrina dalle principali manifestazioni sportive, dagli eventi del mondo del volontariato, del mondo della cultura, se non fosse cosí.

La storia professionale, e personale, di Micaela è il perfetto esempio da studiare e ricordare quando si vuole costruire una reputazione di un marchio e/o di una persona.

Una reputazione però che deve essere costruita su sentimenti e pensieri sinceri ed onesti. Ricordo spesso ai miei clienti che le "bugie hanno le gambe corte". Scegliere di sposare una causa nobile è relativamente facile, ma sostenerla e viverla è tutt’altra cosa. Le persone, per quanto viviamo in un momento storico in cui la distrazione ed il pensiero superficiale predominano, non sono poi cosí sciocche. Anzi. Sono in grado di capire quando un’azienda si fa bandiera di una causa più per proprio tornaconto che per bontà d’animo e di cuore.

Essere sé stessi, con sincerità e trasparenza è sempre la scelta migliore. Del resto, le donne come Micaela, Cristina ed Eliana, hanno raggiunto il successo, semplicemente perché hanno scelto di essere sé stesse: di essere "Donna" con la lettera D maiuscola. Una parola che va ben oltre il significato di "femmina".

Dott. Francesco Russo