Passare dal tempo del lavoro al tempo personale

Pagina pubblicata in data 2 maggio 2023
4 maggio 2023
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose

Nell'articolo "Trovare un significato nel lavoro" mi sono concentrato sull'importanza di trovare nel proprio lavoro un senso, un significato. Nello scrivere questo articolo, invece, mi sono focalizzato sull'importanza di saper passare dalla "modalità lavoro" alla "modalità vita privata".

Presenza fisica non sempre equivale a presenza mentale. Si può rimanere alla scrivania per ore ed ore, ma basta la semplice preoccupazione per una riparazione da fare a casa, per far sì che quelle ore passate alla scrivania risultimo qualitativamente "scarse".

Viceversa quando si è a casa, può capitare che mentre si prepara il pranzo o si fa qualche faccenda domestica che la mente sia impegnata dalla proposta da elaborare per un cliente anziché prestare attenzione a quello che si sta facendo.

La risposta non è una modalità di vita a "compartimenti stagni". È chiaro che se succede un evento fortemente negativo (o positivo) sul posto di lavoro, quando sarò a casa le emozioni in me continuaranno ad essere presenti. Così come se prima di uscire di casa "discuto animatamente" con un membro della famiglia, potrebbe essere che le emozioni scaturite dalla discussione mi accompagneranno sul posto di lavoro.

La soluzione non è, quindi, trasformarsi in una nave a compartimenti stagni. Soluzione che implica un'enorme sforzo cognitivo e può portare più problemi che benefici. La soluzione è sviluppare la capacità di passare dalla "modalità lavoro" alla "modalità vita privata". Capacità essenziale per garantirci una buona qualità di vita, che ha come conseguenza il raggiungimento di ottimi risultati sia nel campo professionale che in quello personale.

Questa capacità è ancora più importante quando si lavora a casa, cioè si fruisce del "lavoro agile". Perché non si è aiutati dal cambiamento del contesto fisico, cioè dal viaggio di ritorno a casa che aiuta il cervello a compiere il passaggio da una modalità all'altra.

Anno dopo anno, nel maturare la mia esperienza di consulente di marketing e comunicazione, esperto negli effetti negativi dell'economia dell'attenzione, mi sono reso conto che era sempre più importante per le aziende sviluppare strumenti volti a stimolare lo sviluppo "interiore" delle persone, in particolar modo dal punto di vista delle capacità intellettive.

Il lavoro fa parte della nostra vita. È una dimensione importante della nostra vita che può notevolmente contribuire a percepire che la propria vita ha un senso, un significato. Così come il nostro essere persone con passioni ed interessi al di fuori del lavoro contribuisce positivamente ad arricchire la nostra dimensione lavorativa.

Questo non significa che obbligatoriamente lavoro e interessi personali si debbano mischiare. La loro connessione, infatti, non deve impedire di dedicare i momenti ed il tempo giusto ad ogni cosa. Come è sbagliato cercare di fare più cose di lavoro contemporaneamente ed è importante farne una alla volta, così è importante distinguere il tempo da dedicare alle cose di lavoro e a quelle personali.

Sviluppare dei "riti"

Per facilitare la transizione dalla modalità lavoro alla modalità "vita personale", è importante sviluppare dei "riti", dei gesti, da ripetere quotidianamente quando si inizia e si finisce di lavorare. Dei "riti" che segnino l'inizio e la fine del tempo dedicato al lavoro.

Non importa se si tratta di preparare una tazza di tè o di caffè, se si riordina la scrivania o qualche altro semplice gesto. Qualunque cosa funziona va bene. La cosa importante è compiere ogni giorno i medesimi gesti nel medesimo modo.
Lo scopo di tutto questo è quello di far capire al nostro cervello quando è il momento di iniziare e quando è il momento di smettere di lavorare.

Alla fine della giornata lavorativa, per avere la certezza che il nostro cervello sia completamente fuori dall'orario di lavoro, è importante creare delle "routine" da compiere almeno 30 minuti prima di terminare il proprio lavoro.
Un controllo finale che le e-mail importanti abbiano avuto una risposta, un controllo alla lista dei compiti da svolgere nella giornata per sapere che si è fatto tutto quello che si doveva fare, e così via.
Se ci si rende conto che si avrà bisogno di lavorare anche alla sera, sarà importante avere chiaro cosa si deve fare e in quanto tempo. Il consiglio comunque è di ricorrere alla fascia del "tempo libero" solo in casi davvero eccezionali.

Organizzare la giornata

Per aumentare la produttività e l'efficienza della gestione del tempo, sia nella vita professionale che in quella privata, è importante pianificare la giornata (puoi leggere a riguardo "Organizzare la giornata per il successo").

Questo significa scegliere su quali progetti lavorare, scegliere quando e come svolgere i propri compiti, scegliere quali sere avere libere per rilassarsi e quali sere avere degli impegni "personali".

Dare le priorità

È chiaro che la nostra vita non è a comportimenti stagni. È normale che durante il tempo del lavoro possa succedere di doversi dedicare a delle cose personali, come puù succedere di dedicarsi a cose di lavoro quando si vive il proprio "tempo personale".
Per gestire queste situazioni è fondamentale avere chiaro in mente le priorità, saper quali sono le cose da fare per prime e quali no.
La classica "lista" delle attività da svolgere può rivelarsi uno strumento prezioso, come, ad esempio, lo schema della matrice di Covey (puoi leggere per approfondire l'articolo "La matrice di Covey e la gestione dei messaggi").

In conclusione

La concentrazione richiede uno sforzo intenzionale, e a volte, può risultare difficile, soprattutto in mezzo a uno stato di confusione, di non organizzazione. Questi consigli possono aiutare a trovare un po' di ordine nella confusione della giornata. Sono tratti dall'esperienza che ho maturato con aziende e persone, e che sono poi stati organizzati in quello che ho chiamato "Protocollo burattini", che permette di ridurre i costi da distrazione, i fenomeni dello stress e del burnout, introducendo un benessere generale (incluso un benessere digitale) in azienda.

Dott. Francesco Russo