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In missione contro le distrazioni per proteggere aziende e persone dagli effetti negativi dell'economia dell'attenzione
Pagina pubblicata in data
25 ottobre 2022
Aggiornata il 27 ottobre 2022
Tempo di lettura: il tempo necessario a capire le cose
Il successo dell'ultimo libro del monaco Dandapani, "The Power of Unwavering Focus", dedicato ai vantaggi che una costante concentrazione su ciò che facciamo ci offre, ha riscosso un notevole successo, tanto che ha portato il monaco indu a parlare al TEDx di Reno, in Nevada (USA). Il suo intervento è stato visto milioni di volte su YouTube, a dimostrazione di quanto il tema, in particolar modo negli Stati Uniti, sia di attualità.
È dal 2013 che mi occupo in modo sistematico di economia dell'attenzione, di distrazioni, di information overload (puoi leggere l'articolo "Morte per information overload"), di multitasking (puoi leggere l'articolo "Bias cognitivi, gli inganni che inducono al multitasking"), e di tutti gli altri effetti negativi che il capitalismo della sorveglianza ha generato.
Nell'articolo di oggi mi voglio soffermare su quanto sia importante sviluppare la concentrazione, e come quest'ultima, può essere una notevole risorsa, una specie di super potere, per difendersi dagli effetti negativi dell'economia dell'attenzione.
L'economia dell'attenzione, oggi, sembra essere più simile ad una vera e propria "guerra dell'attenzione", che una "rispettosa attività" svolta dalle aziende per attrarre l'attenzione dei potenziali clienti.
Come ho illustrato più volte nelle pagine di questo blog, man mano che la rete, che internet, si diffondeva in tutto il mondo, le aziende iniziavano ad avere sempre più dati a loro disposizione per creare profili sempre più precisi dei loro potenziali clienti, e quindi, a mettere in atto campagne di comunicazioni sempre più efficaci nel catturarne l'attenzione.
Da sempre le aziende si sono contese l'attenzione delle persone per poter pubblicizzare i propri prodotti e/o i propri servizi. In linea generale, fino a quando non è esplosa questa "guerra per l'attenzione", le persone hanno sempre scelto consapevolmente di prestare la loro attenzione ai messaggi pubblicitari loro rivolti.
Oggi qualcosa è cambiato. Le aziende investono sempre più risorse per contendersi l'attenzione delle persone. Gli sforzi che compiono sono tali che la sensazione è che i consumatori non sono più in grado di concedere la propria attenzione in modo consapevole.
La conseguenza di questi enormi sforzi, infatti, ha portato sempre più persone a vivere in una condizione di attenzione continua parziale (come l'ha definita Linda Stone nell'articolo "In Defense of Distraction"). Le persone sono praticamente disposte a distrarsi per "natura". Dandapani nel suo libro osserva che le persone sono diventate talmente brave nel distrarsi che neanche se ne rendono conto.
Un fenomeno che è osservato da molti divulgatori scientifici ed istituzioni. La capacità di mantenere nel tempo l'attenzione non solo sta diminuendo, ma sta diminuendo anche la capacità di concentrazione (come osserva Lisa Iotti nel suo libro "8 secondi. Viaggio nell'era della distrazione").
Viviamo un momento molto particolare, in cui fruiamo del nostro tempo e della nostra vita in modo sempre più "passivo". Il consumo passivo del tempo (poi leggere a tal proposito l'articolo "Il consumo passivo dei social") è oggi praticamente la norma. Un atteggiamento che la fruizione dei social media ha notevolmente incrementato, social media che sono spesso l'unica (o quasi) "finestra" attraverso la quale ogni persona si confronta con il mondo.
La "guerra per l'attenzione" ha cambiato il paradigma dell'economia dell'attenzione. Se è possibile sintetizzare l'economia dell'attenzione in due schieramenti contrapposti, i consumatori da un lato e l'industria della comunicazione che investe risorse per catturare l'attenzione di questi ultimi dall'altro lato, non è così semplice descrivere la "guerra dell'attenzione". Gli schieramenti in "guerra" sono molteplici. Le aziende si "scontrano" fra loro sempre più duramente per catturare quel che rimane dell'attenzione delle persone, le quali si devono difendere dalle azioni delle aziende, che guardano ai potenziali clienti come dei territori da conquistare.
Max Fisher, nel suo libro "The Chaos Machine: The Inside Story Of How Social Media Rewired Our Minds And Our World", descrive la tattica utilizzata da YouTube per raggiungere 1 miliardo di visualizzazioni al giorno nel 2016. Piuttosto che fornire le migliori informazioni disponibili in base alle richieste di ricerca, l'algoritmo di YouTube dava (e dà tutt'ora) priorità ai video che suscitano emozioni nelle persone.
Per YouTube, l'obiettivo non è soddisfare gli interessi dei clienti, ma aumentare il numero di video visti, catturando l'attenzione degli utenti per un periodo di tempo più lungo possibile.
Le continue energie investite dalle aziende nel catturare l'attenzione delle persone hanno contribuito notevolmente al declino della capacità delle persone di mantenere relazioni solide e di impegnarsi in riflessioni profonde (puoi leggere a riguardo l'articolo "Gli alti costi della distrazione").
In uno studio del 2020, l'Economist Intelligence Unit ha rilevato che negli Stati Uniti il 28% delle ore lavorative nei lavori "intellettuali" va perso a causa delle distrazioni. Si tratta di circa 581 ore per lavoratore all'anno. Secondo il Workplace Distraction Report 2018 di Udemy, il 36% dei millennial/Gen Z ha dichiarato di trascorrere 2 o più ore al giorno al telefono per motivi personali.
Distrazione e multitasking influenzano notevolmente in modo negativo la produttività delle persone e di conseguenza la produttività delle aziende (puoi leggere l'articolo "I veri costi dell'economia della distrazione").
Nonostante la gran parte delle persone ha la convinzione che sia possibile fare più cose contemporaneamente in modo efficiente, il multitasking in realtà riduce la produttività, provoca stress e può causare il fenomeno del burnout (puoi leggere gli articoli "L'illusione del multitasking nell'economia della distrazione" e "Combattere il burnout").
Il costo delle distrazioni, tuttavia, non deriva solo dall'uso dei social media al lavoro. I dipendenti perdono l'attenzione anche a causa di altri tipi di interruzioni, sia personali che legate ad uno non perfetta organizzazione del lavoro.
Dandapani nel suo libro mostra come sviluppare le capacità di concentrazione e di attenzione, migliorando così la produttività, la salute mentale e le relazioni con le altre persone. Fornisce ai dirigenti d'azienda gli strumenti per ridurre al minimo le distrazioni sul lavoro per il bene dei loro collaboratori.
I concetti e le definizioni che utilizza sono radicati nella metafisica indù, ma possono essere apprezzati da chiunque sia interessato a imparare come ottenere un maggiore controllo sulla propria vita. Inoltre, molte delle sue spiegazioni sul funzionamento dell'attenzione e della concentrazione sono in linea con le ricerche portate avanti dalle neuroscienze.
Una delle migliori intuizioni del libro è il riconoscimento che la maggior parte delle persone non sa come concentrarsi, semplicemente perché non gli è mai stato insegnato. Supporre che la capacità di concentrazione sia innata, come un interruttore "on e off", è inesatto e pericoloso. Attraverso lo studio e la pratica, le persone possono imparare ad aumentare sia l'intensità che la durata della loro concentrazione. Con il tempo concentrarsi diventa più facile e richiede meno sforzi.
Il pericolo di pensare che la concentrazione sia semplicemente un'abilità intrinseca è quello di mettere i bambini e gli adulti in condizione di fallire. In quali altre circostanze presumiamo che una persona sia semplicemente in grado di fare qualcosa, e di farlo bene, senza che le sia mai stato insegnato?
Genitori e insegnanti passano innumerevoli ore a istruire e allenare i bambini a essere migliori nella lettura, nello sport e in altre attività. Eppure, quando i bambini non riescono a concentrarsi dopo che gli è stato detto di farlo, vengono considerati problematici. Quando gli adulti hanno problemi di concentrazione, sono considerati scarsi lavoratori.
Un'altra intuizione che Dandapani condivide nel suo libro è quella che chiama la "legge della pratica". La legge di Dandapani stabilisce che "qualsiasi cosa si pratichi è ciò in cui si diventa bravi". In altre parole, "diventiamo bravi in ciò che pratichiamo anche se ciò che pratichiamo non ci fa bene". Cioè se pratichiamo costantemente la distrazione, ne diventeremo dei maestri.
Secondo la "legge della pratica", per migliorare la nostra attenzione, non solo dobbiamo considerare quanto spesso ci esercitiamo a concentrarci o a mantenere la nostra attenzione, ma dobbiamo anche pensare a quanto spesso ci lasciamo distrarre. Lo sviluppo di questa abilità può, quindi, richiedere più tempo e difficoltà di quanto si può pensare. Siamo molto bravi nell'arte della distrazione e dobbiamo disimparare questa capacità, e lo sforzo ne vale la pena.
Come scrive Dandapani, "la capacità di concentrarsi è una delle più grandi risorse dell'umanità. È al centro di ogni successo e impresa umana, perché la capacità di concentrazione è ciò che aiuta una persona a manifestare i propri obiettivi nella vita". Se una persona è in grado di affinare la propria capacità di mantenere la concentrazione e di indirizzarla verso ciò che vuole nella vita piuttosto che verso ciò che gli altri vogliono da lei, il risultato sarà uno stato di grande soddisfazione.
Dandapani è un sacerdote indù. Dopo essersi laureato in ingegneria elettronica, ha lasciato tutto per diventare un monaco indù sotto la guida di uno dei principali leader spirituali dell'induismo del nostro tempo, Sivaya Subramuniyaswami. Alla scadenza dei voti, ha scelto di stabilirsi a New York.
Lavora con imprenditori e alcuni dei migliori atleti del mondo per aiutarli a comprendere e sfruttare la loro mente in modo da poter essere i migliori in ciò che fanno.
Questo fa capire quanto sia importante e fondamentale il tema dell'attenzione e della concentrazione per ognuno di noi, per le aziende, per raggiungere qualsiasi obiettivo che ci poniamo, ma soprattutto per percepire che la nostra vita è piena di significato.
Dott. Francesco Russo
BREVE PROFILO DI FRANCESCO RUSSO
Francesco Russo, consulente di marketing e consulente esperto in economia dell'attenzione e distrazione. Ha iniziato ad occuparsi di comunicazione nel 1999. Quell'anno si appassiona al mondo del web e della comunicazione preparando una tesina per l'esame di maturità.
Il 1° febbraio 2010 fonda BrioWeb, agenzia di marketing e comunicazione operante in tutta Italia e all'estero con base a Venezia.
In occasione del decennale di BrioWeb fonda la rivista di marketing "Eclettica Magazine" (100% gratuita) e da vita ad una collana di e-book di marketing anch'essa completamente gratuita.
Nel corso della sua lunga carriera è sempre stato ispirato dal concetto del "tutto è connesso", sviluppando un approccio al marketing "olistico", che lo ha portato a divenire autore di articoli, libri, relatore ufficiale di SMAU, dell'Hospitality Day, e di molte altre manifestazioni di livello nazionale ed internazionale.
Nel 2006, dopo un ciclo di incontri dedicato al cyberbullismo che lo ha portato a visitare una serie di scuole medie superiori venete, ha iniziato ad interessarsi al fenomeno dell'economia dell'attenzione e di conseguenza dell'economia della distrazione.
Oggi è considerato un esperto di stress, ansia, esaurimento cognitivo, insonnia, workhaolism, burnout, information overload, infodemia, nomofobia, multitasking, fake news, sharenting, smombies e phubbing, che lo portano ad erogare consulenze e corsi nelle aziende di tutta Italia.
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"Grazie allo sviluppo della metacognizione, possiamo migliore la nostra attenzione e la nostra concentrazione, che sono gli ingredienti base per raggiungere lo stato di flusso, che ci permette di resistere al canto delle sirene della distrazione.
Grazie allo stato di flusso sviluppiamo la creatività, la base per l'innovazione, che permette la crescita di un business ed il miglioramento personale."
Francesco Russo
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